giovedì, Maggio 16, 2024
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“Contro i parroci abusivi, elezioni subito”

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Marcello Coppola Consulting

 

Il parroco della chiesa patronale di S.Agnello si è dimesso, è stato nominato un amministratore parrocchiale e lei ha tuonato contro i parroci abusivi. Ci spiega perché?


Quella per il giuspatronato è una battaglia che conduco da oltre un decennio, da quando cioè don Arturo ha lasciato la nostra Parrocchia. Io e molti altri rivendichiamo il diritto di eleggere il nostro Parroco come sancito dal diritto canonico (canone 523 “
Fermo restando il disposto del can. 682, §1, la provvisione dell’ufficio di parroco spetta al Vescovo diocesano; essa avviene mediante libero conferimento, a meno che qualcuno non abbia il diritto di presentazione o di elezione”). La rivendicazione di questo diritto è anche un rispetto per la  nostra Storia. Coloro che per comodità definiamo Parroci abusivi sono amministratori parrocchiali che hanno protratto la loro carica provvisoria ben oltre il limite consentito dal buon senso.

Il nostro Arcivescovo, riferiscono i parroci, ha più volte ribadito che lo “ius patronatus” è  un vecchio privilegio desueto e superato dai tempi. Cosa c’è che non va in questo discorso che sembra di ordinario buon senso?

Come già detto il giuspatronato è un istituto riconosciuto dal diritto canonico vigente, a mio avviso se una norma esiste va rispettata, se la si ritiene sorpassata o antiquata la norma va cambiata ma la Chiesa per il momento continua a riconoscerci questo diritto, semmai dovremmo chiedere al nostro Vescovo con quale autorità critica e disapplica una norma fissata nel diritto canonico

In concreto lei ha proposto ai fedeli di non partecipare alle messe dei parroci non eletti. È una provocazione o un proposito che intende organizzare praticamente?

La proposta già lanciata mesi fa è nata come una provocazione, ora però vedo che altri sono intenzionati a metterla in pratica. Sinceramente non nascondo la difficoltà di realizzazione ma in ogni caso è un “segno” che sarebbe bello dare a difesa delle nostre Tradizioni

L’amministratore parrocchiale in cosa si distingue dal parroco? 

Molto semplicemente l’amministratore parrocchiale è una carica provvisoria che serve a traghettare la parrocchia nel momento in cui un Parroco la lasci (per qualsiasi motivo) fino alla nuova nomina o, nel nostro caso, a nuove elezioni. Tra l’altro l’amministratore parrocchiale ha dei limiti al suo operato come chiaramente sancisce il canone 540 comma 2 “All’amministratore parrocchiale non è lecito compiere nulla che rechi pregiudizio ai diritti del parroco o che possa essere di danno ai beni parrocchiali.”

Lei non perde mai occasione per segnalare il fatto che Don Pasquale Irolla è amministratore parrocchiale da 11 anni. Ma ce l’ha con lui sul piano personale o c’è qualcosa di specifico che gli contesta?

Io ho il massimo rispetto per don Pasquale, ha condotto in questi anni la parrocchia di San Michele raccogliendo la difficile eredità di Mons. Arturo, un compito non facile. La mia, anzi la nostra battaglia, è solamente per il riconoscimento di un diritto secolare conquistato dai nostri avi faticosamente e che non deve andare perso. Non vi è assolutamente nulla di personale verso i sacerdoti che conducono le nostre parrocchie nè da parte mia e, ne sono sicuro, nè da parte degli altri amici che con me condividono questa battaglia. L’unico piccolo appunto che si puo’ fare ad alcuni di loro è che dovrebbero evitare di definirsi Parroci o di firmare manifesti o documenti con tale dicitura che non gli appartiene.

Una curiosità: di Don Arturo Aiello, Vescovo di Avellino, cosa pensa? 

Credo che sia un onore per un paese come Piano di Sorrento aver donato ad una diocesi importante quale quella di Avellino un Vescovo che ha mosso i primi passi nell’Oratorio di San Nicola e poi nella Parrocchia di San Michele. Arturo, così lo chiamavamo allora, è stato mio animatore alle elementari presso le suore Agostiniane, alla sua prima messa che fu celebrata nella cappella del Monastero io ero presente, insomma è una persona che fa parte della mia vita e sono felice che sia alla guida di una diocesi. 

E degli “arturiani” che si trovano un po’ ovunque? 

Sotto la guida spirituale di don Arturo sono cresciuti tantissimi ragazzi, come moltissimi sono cresciuti sotto la guida spirituale di don Antonino e don Alfredo (come il sottoscritto). Tra di essi ci possono essere svariate personalità non si puo’ quindi generalizzare con un giudizio complessivo. Inoltre mi sembra naturale che quando centinaia di ragazzi crescano in un’associazione poi li si ritrovi in svariate realtà uno volta cresciuti. Ripeto capitava e capita con l’Oratorio di San Nicola e capita con Azione Cattolica. La Parrocchia di San Michele ha avuto la fortuna di avere nel corso della sua storia grandi sacerdoti che hanno educato generazioni di giovani carottesi che ora troviamo veramente ovunque, da don Eduardo Mastellone a don Alfredo, da don Alberto a don Antonino, da don Antonio al Parroco don Francesco Saverio Sessa. E tutti costoro hanno segnato la formazione spirituale di tantissimi giovani tra cui lo stesso don Arturo.

Lei ha fatto riferimento al consiglio per gli affari economici, l’organismo, laico ed elettivo,  che dovrebbe essere presente in ogni parrocchia. Perché ha sollevato questo tema? 

E’ un tema che mi sta a cuore come quello dello giuspatronato, anche qui attendiamo le elezioni ma da molti più anni di quelle del parroco. La presenza di questo organismo è sancita dal canone 537 e dovrebbe servire da ausilio al parroco per la gestione finanziaria della Parrocchia. Nell’ultimo consiglio eletto moltissimi anni fa vi era anche mio padre quindi è una cosa a cui tengo anche per motivi strettamente personali

Per chiudere ma ai parroci secondo lei sta bene la mancata elezione? Visto che nessuno tra loro solleva apertamente la questione  . E cosa cambia con l’elezione il rapporto tra parroco e fedeli?

Su cosa pensino gli amministratori parrocchiali (e non i Parroci!) non ne sono al corrente anche perchè i sacerdoti sono vincolati all’obbedienza al Vescovo e quindi credo che su questo tema non possono esprimersi liberamente. Di certo un Parroco eletto sarebbe legittimato agli occhi di noi fedeli in quanto occuperebbe legalmente tale incarico. Onestamente credo che dal punto di vista strettamente spirituale il rapporto tra il sacerdote ed i fedeli non muti in base al fatto che sia stato o meno eletto o che sia o meno Parroco. Detto questo il tenersi di regolari elezioni servirebbe a non far morire una tradizione che i nostri padri ci hanno tramandato e che ormai è prerogativa di pochissime parrocchie nel mondo, tradizione che noi abbiamo l’obbligo di preservare e tramandare ai nostri figli come tutte le nostre bellissime usanze. Un popolo non puo’ dimenticare la propria Storia anzì ha il dovere di custodirla e farla conoscere. Inoltre la Chiesa ha il dovere di rispettare le norme che si è data anche perchè sarebbe deplorevole che chi predica legalità e giustizia poi non rispetti le proprie leggi omettendo atti che è doveroso compiere.

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