martedì, Marzo 19, 2024
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Il 145esimo anniversario dell’arrivo del quadro della Madonna di Pompei

Pubblicato il

Marcello Coppola Consulting

Il prossimo 13 Novembre per noi cattolici ed in particolare per chi è legato alla devozione alla Madonna del Rosario di Pompei sarà un giorno importante, perché ricorrerà il 145° anniversario dell’arrivo del quadro nella città pompeiana.
Il quadro che rappresenta la Vergine che dona la corona del Rosario a Santa Caterina e sulle sue gambe Gesù Bambino che lo dona a San Domenico fu regalato da suor Maria Concetta de Litalo al Beato Bartolo Longo che proprio in quel 13 Novembre del 1875 lo affidò al carrettiere Angelo Tortora il quale dopo averlo avvolto in un panno lo caricò su un carretto sporco di letame e lo consegnò a Pompei. La tela aveva però bisogno di restauri e allora Bartolo Longo con il contributo di una colletta del popolo la fece sistemare e la prima esposizione avvenne il 13 Febbraio 1876, lo stesso giorno che la Madonna sotto il nome ed il titolo di Vergine del Rosario fece il primo miracolo, guarendo una bambina di Napoli che era stata giudicata inguaribile dal famoso dott. Cardarelli e da allora ogni 13 di ogni mese si rinnova la tradizione della discesa del quadro dall’altare al pavimento e del bacio a Maria.
Questa è la storia ufficiale, ora io, però, voglio raccontarvi la storia così come mi è stata raccontata non ricordo più da chi tanti anni orsono che dice questo:
Bartolo Longo si era fermato alcuni giorni per degli affari legali nella valle di Pompei, luogo malfamato, isolato e abitato da criminali e per puro caso venne in contatto con un sacerdote di una piccolissima cappella dove all’interno vi era solo un crocifisso ed ebbe il desiderio di donare alla cappellina un quadro della Vergine Maria e perciò rientrato a Napoli si mise alla ricerca di una tela da acquistare senza spendere troppo e si imbatté in suor Maria Concetta, la quale dopo aver saputo del desiderio del Longo gli fece dono di questa tela abbastanza rovinata che rappresentava la Vergine che dona il Rosario a Santa Rosa ( non Santa Caterina) e san Domenico.
Portato il quadro nella cappella di Pompei tramite il carrettiere, Bartolo Longo si sedette ad osservarla in totale solitudine pensando a come restaurarla e con quali soldi e si assopì.
Al suo risveglio dopo qualche ora, il quadro apparve ai suoi occhi totalmente restaurato e la figura di Santa Rosa era stata sostituita da Santa Caterina. Capendo che era stata opera della Madonna e legatosi sempre più a Pompei decise di iniziare la costruzione di un santuario mariano.
Certamente questo è un racconto della devozione popolare ma come dice il Papa, dal popolo viene la vera Fede e poi ciascuno è libero di crederci o meno, resta il fatto che per il sottoscritto e per milioni di cattolici nel mondo il sentimento di filiazione verso la Vergine del Rosario di Pompei è fortissima e tutti a Lei ci rivolgiamo quotidianamente nelle nostre preghiere, prova ne è che il santuario ogni giorno è meta di pellegrini che fin dal primo mattino si inginocchiano davanti al dipinto miracoloso, chi per chiedere una grazia, chi per sciogliere un voto, chi per ringraziare e Lei da lì che ci incoraggia a tutti noi, ovunque noi ci troviamo nel mondo.

Ultima nota a margine; nel mondo dell’arte nei decenni scorsi si è molto dibattuto se la figura femminile ai piedi della Madonna sia Santa Rosa o Santa Caterina e anche diversi teologi hanno cercato di spiegare il mistero partendo dalla devozione di Bartolo Longo, io stesso nell’Ottobre scorso mi sono ritrovato a partecipare alla presentazione di una chiesa qui a Marino dove vi è una riproduzione del quadro di Pompei e molti intellettuali e critici venuti da Roma e dal Lazio si confrontarono sulle loro ipotesi, io interrogato come campano, mi limitai a raccontare la storiella sopra detta a voi e dissi che forse la verità è nella mente della Vergine e non nella conoscenza umana, aggiungendo che io però parlavo da credente e quindi ero di parte. Però fu una bella serata, osservare tante menti laiche e non parlare delle Vergine di Pompei.
Salvatore Foggiano

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