venerdì, Marzo 29, 2024
Homesalute e benessereConfessioni di una mamma "speciale""Diverso". La ricerca di un significato

“Diverso”. La ricerca di un significato

Pubblicato il

Marcello Coppola Consulting

Nella mente della mamma “del diversamente abile” risuona sempre, come un eco dal basso , la parola “diverso” che lei non vorrebbe usare ma con la quale è costretta a confrontarsi, perché insita come un tarlo nelle mente della società , troppo spesso anche con un accezione negativa .
Da dove deriva questa parola ? si chiede . Scopre , allora , la sua etimologia che prende radice da “ diversus” participio passato del verbo latino “divertere” : deviare ovvero volgere altrove. Pesando a questo significato non riesce ancora a comprendere il senso che la società di oggi da a questo sostantivo, perché chi devia la propria direzione sono ,gli altri coloro i quali non vogliono incontrare le difficoltà altrui, sono coloro i quali ,fintamente, sono convinti di una perfezione mascherata e preferiscono allontanarsi forse per non mettersi in discussione.
Continua a riflettere la mamma “del diversamente abile” per capire a fondo da dove provenga il senso dispregiativo che viene affiancato a questa parola ,e scopre che “divertere” è legato ad un altro verbo latino “vertere” che significa : cangiare ,mutare o trasformare fino a variare . E’ ancora più confusa tutti questi termini hanno una chiave di lettura comunque positiva perché una trasformazione o un mutamento sono una sorta di crescita e anche il termine variare la porta a pensare ad un arricchimento . Quindi dopo due tentativi non riesce a trovare una provenienza letterale che accosti la parola “ diverso “ necessariamente a qualcosa di sbagliato. L’unico caso in cui scopre un senso negativo è nel verso :”Cerbero,fiera crudele e diversa…”(Dante Inf.VI,13) , in cui questo aggettivo è giustamente usato per descrivere una bestia mostruosa e non un essere umano.
E allora nella sua ricerca non trova alcuna risposta al disprezzo che troppe volte viene accostato alla diversità . Continua a chiedersi da dove viene la paura del “ diverso” ? Cosa allontana dalle problematiche altrui? Chi stabilisce i canoni della perfezione che non rientrano nei valori prettamente estetici ?Che cosa si scatena nella mente di chi usa la parola “mongoloide” o “handicappato” come un’offesa? Perché comportamenti incivili e ingiusti vengono sempre sminuiti e difesi come bravate o bambinate?
Vede sempre più in aumento la paura di accettare le persone con difficoltà che invece hanno un cuore e una percezione di ciò che gli accade intorno più reale di chi si volge altrove ; chi è arricchito da una diversità non può allontanarsi da essa la vive e la indossa con il desiderio di restare insieme agli altri, ha una forza dentro di se superiore a coloro che non vogliono vederlo , sente il disagio altrui e soffre per questo e trova la sua “ diversità” negli occhi di chi lo guarda e non lo accetta ,ma non può opporsi.
Un ultima domanda che si pone la “mamma del diversamente abile” pensando a tutti i figli di ogni comunità è il perché gli adulti facciano tanta fatica a mettersi insieme e trasmettere ai propri figli esempi concreti di sensibilità e accoglienza .
Colomba Belforte

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