venerdì, Maggio 2, 2025
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Viaggio nell’inferno di lamiere: ma la responsabilità non è solo di cantieri e strade “anguste” | Foto

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Marcello Coppola Consulting

Il primo test “turistico” sulla tenuta della mobilità in costiera sorrentina è andato in scena lo scorso weekend. E, più precisamente, venerdì pomeriggio quando, lungo i venticinque chilometri che compongono la Statale sorrentina 145, sono riapparsi, in numero decisamente maggiore rispetto ai primi mesi dell’anno, autobus, veicoli a servizio turistico, auto di vacanzieri mordi-e-fuggi. Il tutto, in coincidenza con il rientro dei pendolari e la riapertura delle strutture ricettive di Sorrento e dintorni. Risultato? Decisamente scadente.

Quando alle 17, nella sola galleria di Santa Maria di Pozzano i tempi di percorrenza in direzione Sorrento hanno toccato anche i 45 minuti, la mente è volata subito ad ipotizzare qualche tamponamento sulla Statale. Nulla di tutto quello, per fortuna. Solo un congestionamento dovuto alla elevatissima mole di veicoli su strada.

Un disastro.

Un antipasto di quello che è destinato a diventare l’ennesimo – grosso – boccone indigesto per la viabilità interna, nel periodo della stagione turistica.

E la causa? Strade insufficienti? Cantieri? Sì, ma non solo. Basta percorrere in auto una manciata di chilometri, da Meta a Sorrento, alle 18 di un giorno feriale, per rilevare criticità ataviche e fonti di rallentamenti che, almeno sulla carta, non comporterebbero contromisure “strutturali” né particolari arzigogoli. Basterebbero controlli.

Già, perché il corso Italia, nelle ore di punta, è un ricettacolo di “auto” in doppia fila, di sosta selvaggia, di bus che “scaricano” turisti sulla strada. Per carità: a tutti  – più o meno – capita o è capitato di commettere un’infrazione stradale, e il caso episodico non merita sicuramente “censura” di sorta. La questione riguarda solo il comportamento reiterato e sistematico, che determina un evidente danno per l’utenza stradale.

A Meta, nel centro abitato, in strade già anguste, auto e scooter sono in sosta vietata, in parte sulla carreggiata, in prossimità delle attività commerciali e di bar.

A Piano, la situazione si trascina avanti da anni: la doppia corsia determinata dal “senso unico di marcia” è di fatto annullata dalla sosta in doppia fila.

A Sant’Agnello, nel restringimento in prossimità dell’omonima chiesa patronale, basta uno scooter sul ciglio del marciapiedi per bloccare un bus in manovra.

A Sorrento, zona Sottomonte, al traffico asfissiante, si aggiunge lo stato pietoso del manto stradale, che obbliga i centauri (e non solo) a zigzagare tra le buche presenti sull’asfalto. E le diramazioni diventano subito uno sfogo “ingestibile”: a vico II Rota, ad esempio, le auto “sfrattano” i pedoni dai marciapiedi.

E i tempi? Per pochi chilometri, anche 45 minuti di percorrenza. Troppi. Davvero troppi. Senza contare, il danno ambientale e, di conseguenza, alla salute dei cittadini. (g.d.)

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