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Nostalgia di Futuro. Qual è il ruolo dei giornalisti nell’era dell’algoritmo?

Pubblicato il

Marcello Coppola Consulting

 

“Qual è la differenza tra una notizia ‘positiva’ e una notizia ‘negativa’ sulla rete? Una notizia negativa è letta da migliaia di persone. Le fake news sono sempre esistite ma oggi sono velocissime istantanee, i lettori non hanno modo di difendersi e riflettere. Molte volte c’è addirittura l’indifferenza alla verità. Altro problema grave è la pirateria dei dati personali”. Il direttore scientifico di TuttiMedia e Media Duemila Derrick de Kerckhove ha così aperto ieri Nostalgia di futuro – Premio Giovannini 2018, la manifestazione che si è tenuta presso l’Aula De Santis dell’Università Federico II di Napoli. L’edizione 2018 del Premio è stata intitolata “Public Mind: la costruzione dell’opinione pubblica nell’era dell’algoritmo” ed ha ospitato esperti del settore dell’informazione e della comunicazione di livello nazionale.

L’Osservatorio TuttiMedia e Media Duemila hanno dato vita allo straordinario progetto per ricostruire una “mente pubblica”. Il titolo della manifestazione è ispirato a Public Mind di Bill Moyers, serie tv che esplora gli Usa degli anni ’90. Nostalgia di futuro ha aperto il Prix Italia Rai, l’evento che da 70 anni riunisce tutti i broadcaster del mondo. Ospite dell’evento anche il sottosegretario per l’Editoria Vito Crimi.

“I dati del Governo sono pubblici e trasparenti – ha detto Crimi – ma non sono dati facilmente accessibili dagli aggregatori o dai sistemi di verifica. Si tratta di documenti scansionati, disponibili in pdf, per cui anche i giornalisti hanno difficoltà nell’approfondirli. Veniamo poi al problema della monetizzazione e del trattamento dei dati, di cui ho discusso diverse volte con Fieg. L’editore del proprio lettore sa poco. Le piattaforme invece sanno molto di loro, anche come sono approdati su di esse. Eppure manca ancora un ‘valore’ dei dati. È arrivato il momento di valorizzare i dati personali. Forse in questo modo anche il cittadino si rende conto di quanto sta cedendo. Quando poi parliamo di algoritmo che può condizionare la vita delle persone si fa riferimento all’algoritmo che c’è nelle piattaforme dei social network. Eppure anche nella formazione della prima pagina di un giornale c’è un algoritmo? Chi possiede l’algoritmo di quel giornale? È nella testa del direttore, della redazione. Si tratta di un sistema creato a tavolino per ‘condizionare’, formare l’opinione pubblica. Ciò vale per la carta stampata come per la televisione.

Il raggiungimento di un obiettivo avviene attraverso delle scelte: un algoritmo è una serie di scelte. Su una prima pagina di un giornale se si sceglie di darne una invece di un’altra si sta facendo una scelta. Una scelta che spesso non è trasparente. A chi oggi chiede che i social network abbiano trasparenza negli algoritmi, e dev’essere così, dico: anche le logiche che sottintendono l’editoria dovrebbero esserle. La formazione dell’opinione pubblica non è più esclusiva dei giornalisti. È un fatto e bisogna prenderne atto e comprendere come prevenire il futuro, inventarlo, non regolarlo o governarlo. Dobbiamo guardare avanti, in prospettiva. Invece di perdere tempo e cercare di regolamentare qualcosa che è già vecchio, cerchiamo di immaginare cosa può succedere tra due anni ad esempio”.

Presenti in aula, tra gli altri, anche Claudio Brachino di VideoNews e Karina Laterza, segretario generale Prix Italia Rai, che si sono confrontati sul tema “La stampa regola ancora l’opinione pubblica oggi?”.

“Gli editori dei giornali si sono in parte ‘suicidati’ – ha affermato Laterza – mettendo gratuitamente su internet, un mondo che si è rivelato senza regole, dei contenuti che comunque venivano realizzati da una redazione cartacea. Tutto quello che abbiamo come informazione sul web è parte di un lavoro giornalistico alla base. Gli aggregatori di notizie utilizzano news che all’origine sono fatte da una redazione. Non si può fare giornalismo senza una redazione di base. Sul tema dell’editoria e dell’algoritmo: le scelte editoriali sono dichiarate, l’algoritmo meno. Non si capisce perché su internet una persona non sia nessuno. Se si agisce bisogna essere qualcuno, magari con una carta d’identità”.

“Siamo continuamente connessi ad una dimensione segnica che ci fornisce un grande flusso di comunicazione. – ha commentato Brachino – Parlo di comunicazione e non di informazione perché senza una mediazione l’uomo non è in grado di distinguerle. Siamo in una fase molto complessa della società occidentale. In un periodo di ‘democrazia fai da te’ anche il ruolo del giornalista è differente. È diventato meno necessario secondo alcuni. Oggi sopravvivono i siti dei grandi giornali: un mediatore è necessario, ha una responsabilità etica, ha una deontologia, può fare il fact-checking. Gli strumenti per il controllo delle fonti esistono anche se è la cosa che spaventa di più i politici. Quel professionista rimane fondamentale”.

In questo contesto Maria Pia Rossignaud di Media Duemila ha annunciato per il 2019 la nuova sezione Nostalgia di Futuro denominata Donna è Innovazione. Hanno già aderito all’iniziativa Claudia Cattani (RSI); Tiziana Catarci (Sapienza); Daniela D’Aloisi (FUB); Marina Ceravolo (Rai Pubblicità); Gina Nieri (Mediaset) e Mirta Michilli (Fondazione Mondo Digitale).

Ecco i vincitori dei Premi 2018. Premio Innovazione 2018 / Sezione Aziende  HODA – Holistic Data Activation; Premio Innovazione 2018 / Sezione Mind Sharing (divulgazione) – MSD Italia; Premio Innovazione 2018 /Sezione Editoria – Andrea Riffeser Monti (Presidente Fieg); Premio Innovazione 2018 / Sezione Editoria /Buone Notizie – RCS MediaGroup; Premio Innovazione 2018 / Sezione Editoria – Robinson / Gedi Gruppo Editoriale; Premio Innovazione 2018 / Sezione Mind Sharing – DIGITA Academy; Premio Innovazione 2018 / Sezione Startup – C1P8 S.r.l. (Nanomateriali); Premio Innovazione 2018 /Sezione Startup – Prizeme; Premio Innovazione 2018 / Sezione Startup – Augmented Awareness through Augmented.

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