Secondo episodio della rubrica Il Migrante, curata da Salvatore Foggiano. Il primo appuntamento è qui.
Dopo le vacanze di Natale, il docente sorrentino Diego torna a Voghera, con due sentimenti contrastanti: la gioia di rivedere alunni e colleghi, e la tristezza di lasciare la sua città ancora piena di luci e addobbi natalizi.
Appena rientrato, si reca a fare la spesa per riempire la dispensa, ma non sapendo compilare una buona lista di ciò che serve in casa, si limita a fare un giro per gli scaffali, per poi indugiare nel reparto di biscotti e cioccolata, comprandone in quantità esagerata. Poi, passa allo shopping di capi di abbigliamento.
A Diego piace comprare abiti di buona qualità, non firmati, ma che gli stiano bene indosso. Abiti che – naturalmente – vuole provare prima di acquistare, scambiando, contestualmente, opinioni col commerciante sul modello, sulla taglia, sul colore. Una chiacchierata che finisce sempre per spaziare dalla moda-uomo e tante altre amenità.
Orbene, Diego pensa di scambiare qualche parola con i commercianti del posto, ma – evidentemente – qualcosa non va per il verso giusto.
Innanzitutto ci sono due tipi di “luoghi” dove comprare: non pensate subito ai grandi magazzini della metropoli, quelli se li è portati via la crisi economica, lasciando come ricordo molte saracinesche tristemente chiuse e impolverate. Restano i commercianti italiani, che vendono abiti e merce italiana a prezzi mediamente alti, sulle “bancarelle “(o banchi come li chiamano qui). Oppure c’è la concorrenza dei “megastore” gestiti da imprenditori cinesi, che vendono la merce a prezzi molto molto concorrenziali.
Diego sceglie i “banchi”, ma rimane stupito quando prova a dire al commerciante che il capo selezionato sembra “caro”. La replica è infatti legata ad una espressione “fulminante”, quasi a voler dire: “Vieni qui e vuoi anche prezzi contenuti?”.
In ogni caso, Diego acquista ugualmente il capo di abbigliamento, ma senza le “tipiche” trattative di noi napoletani: senza far finta di mettere in dubbio la qualità della merce al solo scopo di ottenere uno sconto. Nessuna discussione, nessuno sconto, anche simbolico, di quelli che “basta o’ penziero”. Ma tant’è…
Alla prossima puntata de “Il migrante”.