Vigili aggrediti con pietre, ingiuriati e minacciati di botte. E’ proprio un agosto nero quello della polizia municipale in Penisola sorrentina. Dopo il lancio di sampietrini che ha messo fuori uso tre vetture dei vigili urbani a Piano di Sorrento nella notte di ferragosto mediante una inquietante e non ancora chiarita aggressione su cui stanno indagando i Carabinieri, arrivano notizie altrettanto allarmanti da Sorrento. Qui nei soli primi venti giorni del mese in corso si sono registrati quattro episodi di oltraggio, resistenza e tentata aggressione nei confronti di altrettanti vigili urbani. Si tratta di una vera e propria “escalation” senza precedenti. Basti pensare che la media di denunce per oltraggio nei confronti di operatori della polizia municipale oscilla tra le due e le tre, ma in un anno. La polizia municipale ha denunciato i casi e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha aperto una indagine. Ma cosa è successo? Tutti gli episodi sono scaturiti da reazioni smodate e sproporzionate in presenza di contestate violazioni al codice della strada. I destinatari dei verbali hanno reagito con minacce di violenza, qualcuno ha addirittura provato a passare alle vie di fatto, mentre altri hanno utilizzato espressioni in vernacolo particolarmente offensive ed irripetibili. Un modo di fare che ha travalicato il legittimo malumore e malessere che scaturisce da una sanzione pecuniaria. Su questo fronte c’è una zona particolarmente calda a Sorrento ed è Marina Grande. Infatti, tre dei quattro episodi si sono verificati proprio qui. Nello specifico sono state contestate soste fuori agli spazi consentiti oppure violazioni alle limitazioni al transito poste dalla zona al traffico limitato istituita nel borgo. Vittime delle aggressioni verbali sono stati alcuni agenti neo assunti nei cui confronti qualcuno ha pensato di esercitare una sorta pressione intimidatrice. Ora cosa succede?Per il reato di oltraggio si può evitare il processo, nel caso fossero riconosciuti gli estremi per il rinvio a giudizio, con il risarcimento della parte offesa. In tal caso, le parti sono due: l’agente e lo stesso Comune. Già in passato vicende analoghe si sono risolte con esborsi pecuniari a favore di enti o associazioni assistenziali.