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La Chiesa allo scoperto: “Migranti nell’ex seminario? Canali sicuri e legali”. Ecco il progetto: spese coperte dall’8 per mille

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Marcello Coppola Consulting

Con una nota pubblicata sabato 10 febbraio, la Diocesi di Sorrento-Castellammare spiega il progetto di accoglienza di “19 persone di nazionalità sudsudanese ed eritrea presso l’ex seminario arcivescovile di Sorrento e presso una famiglia disponibile all’accoglienza”. La Chiesa locale ribadisce che i ““Corridoi umanitari” sono canali sicuri e legali di arrivo dei migranti con particolari situazioni di vulnerabilità”. La Chiesa Italiana si impegna nella realizzazione del progetto facendosene interamente carico, grazie ai fondi dell’8 per mille, senza quindi alcun onere per lo Stato italiano.

Ecco la nota

Carissimi,
dopo un lungo percorso di Preghiera, di ascolto della Parola di Dio e di riflessione della Comunità Diocesana sul tema dell’ACCOGLIENZA per gli immigrati è finalmente giunto il momento dell’effettivo arrivo di questi nostri fratelli più deboli.

La modalità scelta dalla nostra Diocesi è quella dell’arrivo dei migranti con i “Corridoi Umanitari” dai campi profughi dell’Etiopia, attivati dalla CEI tramite Caritas Italiana con un protocollo di intesa con il governo italiano.

I “Corridoi umanitari” sono canali sicuri e legali di arrivo dei migranti con particolari situazioni di vulnerabilità e l’Etiopia è attualmente il Paese che accoglie il maggior numero di rifugiati in Africa, si stima che siano 850.000.

La nostra Diocesi accoglierà 19 persone di nazionalità sudsudanese ed eritrea presso l’ex seminario arcivescovile di Sorrento e presso una Famiglia disponibile all’accoglienza.

“IL PONTE” è il nome scelto per questa opera segno, quasi a voler rimandare a quello che l’uomo riesce a costruire per superare le difficoltà. I beneficiari arriveranno il prossimo 27 febbraio presso l’aeroporto di Roma -Fiumicino.

Queste persone arriveranno regolarmente con un visto a territorialità limitata per motivi umanitari, pertanto una volta stabilitisi inizieranno le procedure per la richiesta di protezione internazionale.

L’accoglienza sarà organizzata con le regole di un altro progetto di Caritas italiana: “Protetto rifugiato a casa mia”, ovvero i beneficiari, durante la giornata, verranno affidati alle comunità parrocchiali. I parroci si impegneranno a trovare una famiglia tutor, ossia persone che si renderanno disponibili ad accompagnare i beneficiari nel percorso di accoglienza e integrazione e che si interfacceranno con gli operatori della Caritas diocesana che curerà i numerosi aspetti giuridici e pratici che riguardano l’ACCOGLIENZA creando una RETE di sostegno nel nostro territorio.

Si ribadisce che obiettivo del progetto è quello dell’integrazione nei tempi stabiliti ( speriamo in un anno e qualche mese ) pertanto si auspica l’impegno di tutta la Diocesi affinché questi nostri fratelli possano sentirsi parte integrante della nostra comunità.

Augurandovi ogni bene vi salutiamo fraternamente.

L’Equipe Caritas e
Il direttore della Caritas Diocesana
don Mimmo Leonetti

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