venerdì, Marzo 29, 2024
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Incendio al Museo di Rio. Distrutti i quadri di Eduardo De Martino

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Marcello Coppola Consulting

Alcune  tele del celebre pittore metese custodite in Brasile. Dove sono finiti  i dipinti donati al Comune di Meta e rimossi per i lavori al Municipio?

Va in fumo il Museu Nacional di Rio de Janeiro (Brasile). La perdita è incalcolabile non solo per il Brasile, ma per tutta l’umanità perché ivi erano custoditi tesori d’arte inestimabili.

Scrive Eugenio Lorenzano, guida turistica ed operatore culturale:

«Ci sono notizie strazianti che non si vorrebbero mai ascoltare. Purtroppo il museo nazionale di Rio de Janeiro è miseramente andato a fuoco e le vetuste strutture antincendio non hanno per nulla funzionato. Sono tristissimo! Ancora non si conoscono con precisione i danni al patrimonio artistico ed anche archeologico arrecati da questo maledetto incendio. Napoli la Regione Campania e Meta di Sorrento hanno delle grandi connessioni con il Brasile e con quel museo. Pochi sanno che la seconda imperatrice del Brasile fosse una Napoletana: Teresa Cristina di Borbone, figlia del re Ferdinando II, che sposò per procura l’imperatore Dom Pedro II. Teresa Cristina di Borbone ricevette come dote anche alcuni stupendi vasi archeologici appartenenti alle collezioni pompeiane del museo archeologico di Napoli. Questi vasi erano esposti all’interno di questo museo. Sembrerebbe che le perdite più pesanti siano quelle inerenti i quadri del grande pittore-capitano metese Eduardo De Martino che intrattenne ottimi rapporti di amicizia con l’imperatrice napoletana nostalgica nell’utilizzo del suo primordiale idioma: il napoletano che amava parlare con Eduardo De Martino. De Martino perfettamente sconosciuto in Italia, fu ed è apprezzatissimo in Brasile, Uruguay, ed ancor più nel Regno Unito quando divenne pittore ufficiale di corte con una speciale propensione a dipingere navi, battaglie navali ed affini. È un giorno luttuoso per Meta per Pompei e per la Regione Campania».

Secondo lo storico Roberto Vittorio Romano i principali dipinti esistenti nel Museu Nacional erano:

1) Arrivo a Rio de Janeiro della Fregata Constituição con l’imperatrice Teresa Cristina; 2) Fregata mista brasiliana Independencia; 3) Battaglia di Huimaitá; 4) Combattimento navale del Riachuelo; 5) Bombardamento del forte di Curunzù; 6) Notte di chiaro di luna nel porto di Montevideo; 7) Abbordaggio della corvetta Maceiò e della goletta Dois de Dezembro; 8) Accampamento brasiliano nel Chaco; 9) Piroscafo Mqrques de Olinda; 10) Navi e fregate inglesi all’ancoraggio; 11) Abbordaggio della corazzata Barroso e del Monitore Rio grande da parte paraguaiana; 12) Abbordaggio della fregata Imperatrix; 13) La fregata brasiliana Bertioga cattura la corvetta argentina General Dorrego; 14) Conoe in vedetta nel Chaco.

I dipinti ad olio erano di varie dimensioni: da 349×200 cm a 125×78 cm ecc.

I quadri del pittore metese, morto a Londra nel 1912, sono in tutti i principali musei del mondo. La sua opera più rinomata: la battaglia di Trafalgar,  sei grandi tele ad olio acquistate da re Giorgio V per una somma considerevole (12mila sterline-oro), è conservata a Buckingham Palace.

Anche il Comune di Meta possiede delle preziose opere come riportato da Luigina de Vito Puglia nel libro Eduardo de Martino: da ufficiale di marina a pittore di corte. Si tratta di:

  1. a) olio su tela: 1. Souvenirs Maritimes de la Guerre d’Orient 1854; Chiaro di luna; 3. Pirofregata inglese.
  2. b) acquerelli: 1. Caracciolo nave da guerra di 2° classe; 2. Vettor Pisani nave da guerra di 2° classe; 3. n. 4 litografie della Battaglia di Trafalgar (cm. 50X35); 4. See’how that noble fellow Collingwood carries his ship into action; 5. They have done for me at last, Hardy; 6. Well, Hardy! How goes the day with us; 7. Thank God! Have done my duty.

I quadri un tempo erano esposti nella sala consiliare. Poi a causa dei lavori di restauro furono rimossi e custoditi altrove, ma non sappiamo dove. Sarebbe proprio opportuno che questi preziosi quadri fossero sistemati nuovamente  nella sala consiliare ed esposti al pubblico, magari con i dovuti sistemi di sicurezza.

L’incendio divampato del Museo nazionale di Rio de Janeiro, il più antico del Brasile e che ospitava circa 20 milioni di pezzi risalenti a diversi periodi storici – affermano le autorità brasiliane – “non ha lasciato nulla di intatto, e porta via con sé, duecento anni dopo la sua nascita, un pezzo di identità culturale del gigante latinoamericano”.

Ad essere distrutti sarebbero anche alcuni affreschi di Pompei. Nella collezione – si legge su Repubblica – erano presenti un affresco con due pavoni appollaiati su candelabri stilizzati, opere raffiguranti cavallucci marini, un drago e delfini. Affreschi di inestimabile valore provenienti dal Tempio di Iside a Pompei.

Scrive su Il fatto quotidiano Mauro Villone, scrittore e operatore socioculturale: «È un disastro. L’Amazzonia, patrimonio di tutta l’umanità, non è salvaguardata da enti seri e competenti, ma di fatto è in mano ai fazenderos, i quali, ricchissimi, possono corrompere polizie e governi locali e federale. Il movimento indigeno, che sta interessando fasce sempre più ampie di popolazione colta e cosciente, non è comunque ancora in grado di far fronte alla violenza perpetrata nei confronti degli indios che cercano di difendere le loro terre. Il terribile incendio del museo, ricco di reperti precolombiani, è anche un simbolo per il disinteresse per le culture tribali antiche».

Lauro Gargiulo

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