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Crisi e alberghi. Gino Acampora “Aiutiamo chi lavora con noi”

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Marcello Coppola Consulting

 

Gino Acampora parla da un osservatorio privilegiato: è albergatore ed agente di viaggio. Pertanto, su questa crisi e sulle prospettive future, ha una visuale sufficientemente ampia.

 

Si può fare qualche previsione per la riapertura degli alberghi?

Difficile fare previsioni, anche in considerazione del fatto che non abbiamo precedenti di emergenze sanitarie di così ampio impatto. Credo che quest’anno la stagione è seriamente compromessa. L’augurio è che per luglio ci possa essere una prima ripresa. Il prossimo sarà un anno di transizione, mentre una vera normalizzazione potremo averla nel 2022. Come albergatori faremo ogni sforzo per dare una mano ai nostri collaboratoti ed alla città, aprendo il prima possibile. Credo che in autunno, nel periodo ottobre-dicembre, potremo avere già  qualche segnale positivo.

 

Che fare per uscire dalla crisi, appena l’emergenza si attenuerà?

Anzitutto, la priorità è allungare la stagione in corso. Inoltre, realizzare una programmazione caratterizzata da eventi speciali ed una politica di offerte adeguate al momento di crisi che stiamo vivendo può senza dubbio essere utile.

A cosa si riferisce?

Penso a musei e scavi archeologici gratis per incentivare la presenze. Inoltre, una seria programmazione con eventi speciali in grado di interessare un vasto pubblico. E poi  il traffico aereo da e per Napoli diventa un elemento decisivo per far ripartire il movimento turistico.

Cosa chiedete al Governo?

Garantire la salute delle persone che è la priorità assoluta in questo momento. Poi una tutela più adeguata per i lavoratori in generale e quelli del comparto turistico in particolare. Gli stagionali sono male e poco tutelati. Chi può e deve fare di più’ è certamente l’ Europa, al momento molto deludente e distante dalla problematica. Come suggerito da molti, ci sarebbe bisogno di un piano molto aggressivo tipo il famoso Piano Marshall, dopo la seconda guerra mondiale, con grossa immissione di liquidità, non solo in Italia ma in quasi la totalità degli stati europei, per garantire un futuro alle aziende, con un piano di crescita ed investimenti, evitando cosi chiusure e fallimenti di attività, garantendo posti di lavoro ed evitare licenziamenti, non vedo altre soluzioni.

Il Comune invece cosa può fare?

Dilazionare il pagamento dei tributi locali, di qualche anno. Se imprese e cittadini recuperano qualche risorsa economica possono metterla in circolo, diversamente non usciamo dalla crisi.

 A proposito di lavoratori. Lei ha parlato di polemiche strumentali contro Federalberghi

Critiche ingiuste, forse sollevate per motivi politici, ma che tendono ad esasperare un clima già di per sé difficile. E’ un momento in cui la solidarietà e lo spirito di collaborazione devono essere una priorità per tutti. Posso assicurare che in tutte le comunicazioni in Federalberghi al centro delle nostre preoccupazioni ci sono i nostri collaboratori e le loro famiglie. Chi lavora con noi, in molti casi da 20 o 30 anni, non è un semplice dipendente, ma una persona di famiglia. E poi i collaboratori rappresentano, in assoluto, il nostro principale asset e valore aggiunto.

Cosa state facendo per loro?

So di diversi albergatori che, senza pubblicità,  stanno cercando di assicurare il necessario ai dipendenti a prescindere. Anche perché, in occasione della ripresa, avere collaboratori privi di assilli legati alla condizione economica diventa un fattore importante per confermare la qualità del servizio che viene riconosciuta al nostro comparto. Inoltre, su tutti i tavoli stiamo cercando con gli enti preposti di evidenziare le difficoltà degli stagionali e far aumentare il contributo previsto per loro.

 

Rispetto alle prenotazioni disdette come funzionano i voucher?

Al momento male, c’è tanta, troppa confusione, soprattutto con i clienti stranieri. Chi ha pagato vuole i soldi indietro e non tornare a luglio oppure entro un anno, utilizzando il voucher.  Mentre con gli italiani si riesce a far accettare questa soluzione in percentuale maggiore. Il discorso dei clienti che hanno prenotato dall’estero ha una sua logica, anche perché al momento non sanno quando potranno effettivamente ritornare. Mi auguro che questa situazione finisca presto e possiamo tornare alle nostre attività, dobbiamo pensare positivo ed essere fiduciosi, insieme ce la faremo.

 

 

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