Rubrica a cura di Salvatore Foggiano*
*Insegnante
“Mia cara madre…”. Inizia così una famosa canzone napoletana di Mario Merola: una canzone-inno e simbolo di tutti i napoletani che migravano all’estero per cercare fortuna, con la loro povera valigia di cartone, imbarcati su navi che sarebbero diventate famose come bastimenti. O, ancora, su treni che partivano dalla stazione di piazza Garibaldi per arrivare in quella milanese. Tutti i nostri conterranei partivano poveri, ma pieni di dignità che poi è stata la molla decisiva per farsi valere. Oggi la situazione è cambiata, nel senso che se il Sud è economicamente “indietro”, quella migrazione di massa è cessata, ma non è cessato certo lo spostamento per trovare lavoro.
Ed in questa rubrica seguiremo le avventure di Diego (non chiedete a me, tifoso del Napoli, perché ho scelto Diego come nome di fantasia di questa rubrica autobiografica!) che si sposta da un centro della Campania per trasferirsi nella famosa Pianura Padana.
Quello che Diego si trova ad affrontare non sono certo le umiliazioni dei suoi antenati. Diego parte col Freccia Rossa di ultima generazione, ha il trolley e non la valigia cartonata. Ma, arrivato a Voghera, capisce che è capitato in una specie di caserma: tutti ligi alle regole senza nessuna deroga all’elasticità. Lui cerca di ragionare e comportarsi in modo veloce e svelto ma viene spesso fermato: capisce che non è del tutto sbagliato il modo di ragionare dei suoi nuovi concittadini.
Diego, comunque, inizia il suo nuovo lavoro ma il primo risveglio è choc: alza le tapparelle e vede… nebbia. E pensa “noooo! niente mare e niente sole”.
Si fa coraggio e col passare dei giorni il suo lavoro “ingrana bene”, ma parlando e conversando con colleghi e abitanti del posto scopre una verità sconvolgente: anche nel “ricco” Nord la crisi economica ha devastato tutto. I racconti sono intrisi di aziende che, nel triangolo Voghera-Pavia-Milano, hanno chiuso o delocalizzato all’estero e i locali sfitti e vuoti – una volta fiore all’occhiello del Made in Italy – sono stati presi d’assalto da economie non locali. I giovani di questa zona stanno emigrando in Germania per trovare un lavoro (“si è sempre meridionali di qualcuno” disse Luciano de Crescenzo). All’inizio Diego fatica a crederci, ma si arrende quando anche la sua “proprietaria” di casa gli rivela che “il mercato immobiliare è in crisi perché tutti hanno paura di fittare per timore di non ricevere, dalla controparte, il regolare pagamento dei canoni di locazione”. Insomma Diego credeva di essersi trasferito “in una piscina di soldi”. Ma rimane sorpreso. Ma non è l’unico esempio. Di altro, vi rimando alla prossima puntate de “Il migrante”.