Diminuisce (di poco) il numero di coniugati, aumentano i divorziati. Numero di divorziati che, rapportato alla popolazione residente, offre una media percentuale superiore all’intera città di Napoli, e posizioni di “prestigio” in un quadro territoriale decisamente più ampio. In termini di divorziati, infatti, la città di Sorrento è quinta assoluta dei comuni dell’intera provincia partenopea, decima in Campania. Media (2 per cento) addirittura superiore alle intere regioni di Puglia, Molise, Abruzzo, Basilicata, Sicilia, Calabria, Sardegna e Campania stessa.
E’ quanto emerge dai dati Istat rielaborati da “Comuni italiani”, sulla scorta del numero di residenti per “stato civile”. In tal senso, dal primo gennaio 2016 ad oggi, il Comune di Sorrento conta 331 divorziati, quasi novanta in più rispetto ai 243 del 2007. Una percentuale che aumenta dello 0.5 rispetto a dieci anni fa (2007), e che si attesta al 2 per cento dell’intera popolazione residente (16.679). Occhio: qui il riferimento è solo ai divorziati, a coloro cioè che hanno interrotto definitivamente il rapporto matrimoniale. Non c’è riferimento ai separati di fatto o ai separati legali, i cui effetti del matrimonio potrebbero eventualmente riprendere con una riconciliazione.
La percentuale del 2 per cento di divorziati completa il quadro dello stato civile della popolazione sorrentina, che è così composta: 42.5 per cento di non sposati, 48.3 per cento di coniugati, 7.2 per cento di vedovi.
Ma proprio il dato del 2 per cento di divorziati risulta il primo in tutta la costiera sorrentina: Sorrento “primeggia” su Massa Lubrense 0.9 per cento (132 divorziati); Sant’Agnello 1.9 per cento (171 divorziati); Piano di Sorrento 1.2 per cento (152 divorziati); Meta 1.5 per cento (121 divorziati) e Vico Equense 0.8 per cento (165 divorziati). Ed è proprio Vico Equense la città della costiera sorrentina dove – mediamente – figurano meno divorziati.
Sorrento è anche quinta in tutta la Provincia di Napoli, preceduta – per uno strano scherzo del destino – da città dalla stessa vocazione turistica come Capri, Anacapri e Ischia: altre perle del Golfo di Napoli. Città che hanno una consolidata tradizione “conservatrice” in ambito religioso.
Una media-percentuale superiore a Napoli (1.8 per cento), capoluogo di provincia e terza città italiana per numero di abitanti. (g.d.)