Ventuno anni. Più di 7500 giorni. In mezzo, una serie di impegni e propositi più o meno velleitari, che – al momento – restano solo “parole”. Chiacchiere, né più, né meno.
Già, perché è dal 1996 che la città di Sorrento non viene sottoposta ad un serio monitoraggio dell’aria. Un monitoraggio che servirebbe “come il pane”, considerati i cambiamenti registrati in questi 21 anni: più turismo mordi-e-fuggi, più veicoli, più traffico. Più “quantità”, insomma, a fronte di strade sempre uguali, di criticità di mobilità (e non solo) che si acuiscono mese dopo mese, anno dopo anno.
I veicoli, pur rispettando maggiormente gli standard di realizzazione eco-sostenibili, infatti, sono quanto meno raddoppiati. I box auto entrano “dentro casa”, e i parcheggi, per quanto indispensabili, spuntano in pieno centro abitato, attirando alte concentrazioni di autovetture. Tubi di scappamento “scaricano” nell’atmosfera, ad altezza d’uomo, sostanze che producono smog. Smog causato da elevate concentrazioni di “particolato”, polveri sottili e anidride solforosa, in presenza di alta umidità.
E la beffa è dietro l’angolo: non solo, infatti, mancano i dati attuali, ma anche quelli del 1996 non si trovano. In realtà, non sono mai stati diffusi e, a quanto pare, sembrano addirittura “irreperibili”.
Di qui, la lotta di “pochi” amministratori sensibili. Cominciata pochi anni fa dall’allora consigliere comunale Pd, Alessandro Schisano, portata avanti oggi dalle opposizioni, da qualche esponente di maggioranza “fuori-dal-coro” e dal movimento 5 Stelle. La spunteranno stavolta?