Tutto ciò che vuoi è dall’altra parte della paura, dice J. Canfield ma bisogna prima avere il coraggio di attraversarla, aggiungo io. Gli adulti, giovani e meno giovani che seguo, mi raccontano spesso storie di paura. Storie vere, di solito, qualche volta inventate da adulti che a loro volta hanno pensato bene che fosse giusto fare così, dire così…e le storie bugiarde sono diventate ferite reali. Alcuni pazienti mi hanno insegnato cos’è la paura, in tutte le sue innumerevoli sfumature. Me ne hanno mostrato le qualità nei racconti vomitati senza respiro, nel fastidio che provano per ogni forma di cambiamento. Della paura mi mostrano le immagini, attraverso occhi aperti come fari in un mare sempre in tempesta, me ne regalano la sensazione sulla pelle, all’altezza del collo. Proprio lì percepisco, costante, il loro respiro: nelle chiamate allarmanti, nelle sedute interminabili trascorse ad analizzare ogni mia parola, ogni mio silenzio, ogni mio più piccolo movimento. Qualche volta, raramente, la loro paura è la mia. Il terrore, pure. Così scelgo professionalmente di entrare nel vuoto che sentono, con loro, non sempre posso svelare le paure bugiarde e altre ancora non posso contenerle se non stando in contatto, con tatto. Insieme sentiamo la paura dei temporali, delle malattie, del futuro, del presente e perfino di un tempo che non esiste più. Li rincorro nelle fughe mistiche, e nella continua, insaziabile, fame d’amore. Questi pazienti, proprio loro, mi costringono ad imparare come si fa a stare quando le gambe tremano, le mani formicolano e la testa gira e sembra bello lasciarsi andare all’oblio. Mi costringono ad imparare che sentire le gambe vibrare è sentirsi vivi, che le lacrime innaffiano il cuore, accolgono aria pulita ed hanno il potere di farci sentire rigenerati. Puliti, dentro e fuori, per ripartire. Allora io ricambio mostrando loro come, camminando a piedi scalzi, cerco il mio equilibrio, ogni giorno. Come faccio io quando ho paura, quando le notti diventano bianche e le giornate grigie. Questo accade perché io per prima ho voluto smettere di avere paura della paura, da quando ho cominciato a stare, ad avere il coraggio di sentire la paura, direbbe qualcuno. Da quel momento, ogni loro paura viene accolta da una psicologa non più in fuga, ma in grado di trasformare la paura del suicidio in un foulard con cui aggrapparsi alla vita, la paura della solitudine in un abbraccio, la paura della follia in sonore risate, le trasformazioni del corpo in lacrime di gioia. Credo che il valore più grande di un percorso psicologico sia senz’altro lo scambio. Io, forse, imparo ogni volta come si fa a stare nel mare grosso. Ma loro, più di ogni altra cosa, mi insegnano l’enorme potere che ha il perdono. Mi insegnano che ci vuole coraggio a restare, ma qualche volta è più sano lasciar andare. Mi insegnano che la vita qualche volta è ingiusta, ma questo non vuol dire che ce l’abbia con noi. Che alcune cose accadono e basta e, lasciarle accadere è l’unico modo per liberarcene. Ogni volta mi fanno un dono inestimabile e mi ricordano che vale la pena perdonarlo questo mare tempestoso perché, è solo dopo i temporali che arriva l’arcobaleno…
Dott.ssa Margherita Di Maio, psicologa ad approccio umanistico e bioenergetico. Per info 331 7669068
Dott.ssa Anna Romano, psicologa-psicoterapeuta dell’età evolutiva. Per info 349 6538043