lunedì, Luglio 7, 2025
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Regaliamoci abbracci. Tanti benefici a costo zero!

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Marcello Coppola Consulting
Stringersi al collo del proprio compagno per dargli una bella notizia. Accoccolare i propri figli tra le
braccia per fargli sentire l’amore che proviamo per loro. Abbracciare un amico che sta passando un
brutto periodo. Nella gioia o nel dolore, un abbraccio vale spesso più di mille parole, consentendoci
di comunicare all’altro la nostra presenza e vicinanza. Abbracciamo abbastanza le persone a noi
care? Poniamoci questa domanda. Molto più spesso sostituiamo a tale importante gesto due freddi
baci sulla guancia, perché così siamo stati educati e abituati a fare. Eppure non è la stessa cosa. Vari
studi e ricerche mettono in evidenza che gli abbracci hanno un potere enorme, non soltanto nello
sviluppo infantile ma anche nella vita di noi adulti. Apportano infatti numerosi benefici sia sul piano
fisiologico che su quello emotivo. Innanzitutto l’atto di abbracciarsi stimola la produzione
nell’ipotalamo dell’ossitocina, detto anche “ormone dell’amore” per la sensazione di benessere che
dà, e degli ormoni della serotonina e dopamina che, grazie al loro effetto sedativo, consentono di
avvertire uno stato di calma e tranquillità che perdura anche oltre l’abbraccio stesso. La lista dei
benefici non finisce qua. Abbracciarsi aiuta a ridurre il livello di cortisolo, l’ormone dello stress.
Può ridurre la pressione arteriosa e alleviare il mal di testa e l’ansia. Contrasta l’invecchiamento
prematuro favorendo l’ossigenazione dei tessuti. Grazie alla tranquillità che ci danno, gli abbracci
equilibrano il nostro sistema nervoso aiutando a prevenire la demenza senile. Se per l’adulto è
benefico abbracciare e farsi abbracciare, per il bambino, nel corso del suo sviluppo, l’abbraccio è
fondamentale. Quando egli viene al mondo è il contatto con la pelle materna a dargli il benvenuto
alla vita e, le madri lo sanno bene, cullarlo tra le proprie braccia diviene spesso l’unico modo per
calmarlo. Questo importante gesto lo fa sentire protetto ma soprattutto riconosciuto e amato,
gettando anche le basi per lo sviluppo dell’autostima. Il contatto fisico è la prima forma di
comunicazione che i bambini imparano e goderne fin dai primi giorni di vita ha un impatto anche
sullo sviluppo cognitivo e neurologico, favorendo le capacità intellettive, oltre che dal punto di vista
affettivo. Studi condotti su bambini cresciuti soli in orfanotrofio, che dunque hanno poco goduto di
abbracci e carezze, hanno messo in evidenza che essi piangono di meno poiché sono poco fiduciosi
nel fatto che qualcuno li ascolterà; procedono più lentamente nel loro sviluppo e sono meno curiosi
poiché manchevoli di quel legame sicuro con l’adulto di riferimento a partire dal quale esplorare
l’ambiente circostante. Dunque non perdiamo mai l’occasione per abbracciare forte un figlio,
quando è piccolo e piange ma anche quando da adolescente oppone resistenza. Di abbracci ne
abbiamo bisogno, fanno bene a loro ma anche a noi.
Dott.ssa Margherita Di Maio, psicologa ad approccio umanistico e bioenergetico. Per info 331
7669068
Dott.ssa Anna Romano, psicologa-psicoterapeuta dell’età evolutiva. Per info 349 6538043

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