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Natale è gioia? Non per tutti

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Marcello Coppola Consulting

Le città sono in tilt tra traffico di auto e di persone che, di negozio in negozio, cercano il regalo giusto per familiari, amici, parenti. I supermercati pieni: è partita l’organizzazione di cenoni e pranzi. Luci colorate illuminano le strade e altre si intravedono dalle finestre delle case. Guardandosi intorno si incrociano le espressioni sorridenti dei bambini, alle prese con la recita, la poesia di Natale e con gli ultimi giorni di scuola, che fantasticano su cosa troveranno sotto l’albero quest’anno. La gioia è sul viso dei molti che attendono freneticamente questo periodo dell’anno. Gioia sul viso di molti, ma non di tutti. Perché se in queste settimane in tanti saranno entusiasti, allegri, su di giri, qualcun’altro potrebbe invece non vedere l’ora che arrivi il 7 Gennaio per riprendere la solita routine quotidiana. Queste feste hanno il potere di scombussolare i normali ritmi, quelli del lavoro e del riposo, del sonno e della veglia, le tanto faticosamente conquistate abitudini alimentari. Il corpo, inevitabilmente, ne risente e ciò può riflettersi sullo stato mentale. Addirittura in alcuni le festività possono indurre o accentuare vissuti di tristezza e di ansia. Gli specialisti parlano di Christmas Blues per riferirsi all’abbassamento dell’umore che può presentarsi durante e/o dopo le feste natalizie e che rende proprio questo periodo dell’anno quello in cui c’ è maggiore richiesta di aiuto per problemi psicologici. Proviamo a capire perché. Innanzitutto c’è da dire che ci troviamo in pieno inverno: il freddo e la rinuncia a molte attività all’aperto che le basse temperature comportano, la minore esposizione alla luce che connota questa stagione, fanno sì che tendano ad accentuarsi problematiche a carattere depressivo, “regalando” sbalzi d’umore anche a chi solitamente non ne soffre. Problemi di sonno, irritabilità, mal di testa, agitazione, inappetenza, possono fare capolino e rendere questi giorni difficili. La non corrispondenza tra il clima di festa che c’ è fuori ed il proprio stato emotivo interno può portare a percepire un senso di inadeguatezza e di solitudine. Giornate libere, pause obbligate, possono connotarsi negativamente per chi è abituato a riempire l’agenda di impegni. Preoccupazioni solitamente messe a tacere in questo modo, trovano spazio per affacciarsi alla coscienza. Non dimentichiamo, poi, che dopo Natale comincia il countdown al nuovo anno, è tempo di bilanci rispetto a ciò che è stato fatto e di aspettative e nuovi propositi per i prossimi 365 giorni che la vita ci regalerà. Non per tutti il 2017 verrà ricordato come positivo e questo certamente incide sulla voglia di festeggiare. Così come non tutti sono nelle condizioni di accogliere con entusiasmo e speranza il 2018. Ricordiamo, inoltre, che il Natale nella nostra cultura è per eccellenza la festa della famiglia: parenti più e meno lontani colgono l’occasione per radunarsi. Possiamo immaginare quindi che laddove ci sia stato un lutto, una separazione, un litigio familiare, un sentimento di vuoto e di malinconia può, proprio in questi giorni, affiorare con più facilità. Nascondere segnali di malessere dietro sorrisi finti e dettati dall’aderire ad una concezione gioiosa di Natale che non per forza può e deve appartenerci in questo momento della nostra vita e della nostra storia, rischia di essere controproducente, di allontanarci ancora di più da noi stessi. Recitare una parte può rendere questi giorni ancora più difficili, farci sentire soffocati da rimpatriate, regali, addobbi non sentiti. Proprio a te, che mentre leggi queste parole ti riconosci, vanno i nostri auguri, che possa essere un Natale di accoglienza e di cura per quello che senti.
Dott.ssa Margherita Di Maio, psicologa ad approccio umanistico e bioenergetico. Per info 331 7669068
Dott.ssa Anna Romano, psicologa-psicoterapeuta dell’età evolutiva. Per info 349 6538043

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