giovedì, Aprile 25, 2024
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LA POSTA DELLA PSICOLOGA COMUNICAZIONE DI COPPIA: QUATTRO REGOLE PIÚ UNA.

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Marcello Coppola Consulting
Capita piuttosto spesso che ci vengano richiesti suggerimenti o consigli relativamente a tematiche
specifiche, al di fuori dello spazio consulenziale. Alcune di queste domande toccano argomenti di
interesse ad ampio raggio, così abbiamo pensato di rispondere ad esse. Potete porcele scrivendoci in
privato alla pagina Facebook dello studio (Studio Psicologico Romano-Di Maio) oppure ai numeri
sotto indicati. Buona lettura!
Dottoresse, io e mio marito stiamo attraversando un momento difficile. Torna a casa sempre
stressato e di cattivo umore ed io mi sento disprezzata. La cosa più faticosa che riscontro è
riuscire a parlare. Un po’ perché è sempre nervoso, un po’ perché sembra che non ci sia mai
tempo per farlo. Sembra che non riusciamo proprio ad incontrarci su nulla, mi sento veramente
avvilita.
Cara lettrice, alcune volte la coppia prende strade in cui non immaginavamo potesse addentrarsi.
Siamo partiti con le migliori intenzioni, sentiamo di esserci messi in gioco completamente eppure la
vita ci serba sorprese strane. Cosa è accaduto? Come mai da “mano nella mano” siamo passati a “perfetti sconosciuti”? Un vecchio adagio dice: “di relazioni ci si ammala di relazioni si guarisce” , in questo caso ci riferiamo alla relazione terapeutica. Non è raro che le coppie si rivolgano ad un professionista per chiedere aiuto sul piano genitoriale, relazionale o, alcune volte, anche solo per avere l’opportunità di parlarsi in un contesto sicuro. Sicuro perché imparziale, sicuro perché accogliente, sicuro perché privo di giudizio e infine sicuro perché l’obbiettivo di una sana terapia di coppia è prima di tutto il benessere del singolo; ne viene da sé quello con il partner. Ci spieghiamo meglio: la terapia di coppia non ha lo scopo di far ricongiungere i coniugi ma di ritrovarsi come persone per poi potersi scegliere, di nuovo, come partner; se i sentimenti sepolti sotto anni di recriminazioni, risentimento e distanza sono ancora vivi. Molte volte si aspetta la seduta con il terapeuta per dirsi le cose, anche quelle più semplici. Alla domanda del terapeuta sul perché non siano state comunicate nei giorni precedenti, la risposta è quasi sempre: non c’è stato modo, non c’è stato tempo. La percepisce anche lei la contraddizione? È necessario pagare un professionista per trovare il tempo di parlare? Ovviamente no, alcune volte è necessario pagare un professionista per re-imparare a parlarsi, perché i sussurri mano nella mano non bastano più, perché la vita ha creato solchi e poi fossati tra i due e perché anche il silenzio diventa troppo e allora non si ha più voglia di trascorrere tempo insieme, né di tornare a casa. Se si riconosce in queste poche righe sarebbe opportuno chiedere un aiuto professionale. Nel mentre suggeriamo a lei e a tutte le coppie alcuni piccoli accorgimenti, delle regole di una buona e sana comunicazione.
Prima regola: NON SI PUÓ NON COMUNICARE! É il motivo per cui anche il silenzio diventa
assordante. Provate a fare questo esercizio: prestate attenzione non solo al contenuto del messaggio,
ma al modo in cui lo dite e, viceversa, soffermatevi sul vostro stato d’animo quando il partner vi dice qualcosa che vi fa sentire offesi. É il contenuto del messaggio a provocarmelo o il modo in cui me lo sta dicendo con il tono, il volto, il corpo, ad offendermi?
Seconda regola: passiamo dal TU all’IO. Ricordiamoci che prima di essere coppia siamo singoli e
in quanto tali con sentimenti e vissuti esclusivamente nostri. Non diamo per scontato che quello che
è valido per noi lo sia anche per l’altro. Proviamo per tanto a modificare il nostro modo di comunicare concentrandoci su quello che ci provoca e senza accusare l’altro. Per esempio non è opportuno dire: non mi accogli mai con gioia quando torno a casa, perfino il cane è più contento di vedermi! Ma piuttosto – quando torno a casa mi piacerebbe che mi sorridessi e mi abbracciassi, quando non lo fai mi sento indesiderato.
Terza regola: chiedere sempre un feedback. Questa è forse tra le regole più importanti. Gli altri non sanno cosa frulla nella nostra testa anche quando ci conoscono bene o ci viviamo insieme e non sempre quello che diciamo è stato ascoltato o compreso correttamente. Chiediamo spesso ai nostri pazienti chiarimenti e approfondimenti e non potete immaginare quante cose diamo per scontato presupponendo di aver capito! Il partner non sa che avete avuto una brutta giornata se non glielo dite, potrebbe supporre dal vostro silenzio o dal linguaggio non verbale che ce l’abbiate con lui e non che sia stato il capo/cliente/fatto X a squietare il vostro equilibrio.
Quarta regola: NON RECRIMINARE. È sconsigliabile tornare su fatti accaduti tempo addietro. Quello che è fatto è fatto e se una cosa non vi sta bene è meglio dirla subito, dopo non ha senso. Si rischia di colpevolizzarsi a vicenda su questioni che oggi, forse, non sussistono più.
Infine, e questa non la inseriamo tra le regole perché è LA REGOLA in assoluto, non smettete mai di chiedervi come sto?, come stai?, e di restare in ascolto del vostro stato d’animo e di quello
dell’altro. Prima di accusare o di colpevolizzarci proviamo ad ascoltarci come si deve, con presenza fisica e mentale, non avete idea di quanti scontri cominceremo ad evitare e quante giornate no cambieranno volto.
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Dott.ssa Margherita Di Maio, psicologa-psicoterapeuta ad approccio umanistico e
bioenergetico. Per info 331 7669068
Dott.ssa Anna Romano, psicologa-psicoterapeuta dell’età evolutiva. Per info 349 6538043

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