martedì, Aprile 23, 2024
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IL CICLO DI VITA DELL’INDIVIDUO: COS’É E COME SOPRAVVIVERE ALLA “SINDROME DEL NIDO VUOTO”

Pubblicato il

Marcello Coppola Consulting

Un bambino non salva un matrimonio e non andrebbe messo al mondo come palliativo ad una relazione precaria né come compagno di giochi o di vita per il primogenito. Nella nostra esperienza professionale con le coppie in fase pre-matrimoniale, osserviamo sempre un certo grado di destabilizzazione alla domanda: quanto sei/siete preparati ai cambiamenti positivi? Un bambino sicuramente lo è. Come se fossimo più pronti ad affrontare lutti e malattie e meno ad accogliere la realtà che anche le cose belle, bellissime, destabilizzano. Ritmi, spazi, bisogni, con la nascita di un bambino tutto va riassettato e anche la coppia si trova travolta dal vortice e deve, presto o tardi, imparare a ballare. In ogni caso, dal momento in cui il bambino nasce ed il cordone viene tagliato comincia la sua battaglia per l’autonomia ed è giusto che sia così. Per qualche anno dovremmo accompagnarli e tenerli per mano, poi la distanza dovrà farsi sempre più ampia così che sia lo sguardo a proteggerli e non la mano ad impedirgli di cadere o di nutrirsi da soli. La casa e la coppia acquistano energia positiva e vita con un bambino, le notti saranno spesso bianche e le stanze rumorose. Se dopo un certo tempo, come dicevamo, si impara un nuovo ballo a tre o anche di più e con ritmi sempre diversi scanditi da infanzia e adolescenza, cosa accade quando i figli vanno via di casa per studio, lavoro o perché si sposano? La coppia genitoriale vivrà probabilmente un nuovo momento di smarrimento e forse anche di bilanci. La casa torna ad essere silenziosa, le attese che il figlio adolescente rincasi la sera sono solo un ricordo e se non ci si è separati prima, la coppia ritorna a ballare un duetto. Alcuni sognano il giorno in cui questo accada, altri molto meno. L’assenza dei figli potrebbe far affiorare quella che gli esperti chiamano sindrome del nido vuoto e spingere  la coppia a fare bilanci, non tanto sul come si è stati come genitori ma sulla coppia, che vive una nuova trasformazione. I cambiamenti si sa, sono belli ma spaventano! E se scoprissimo di essere rimasti insieme solo per i ragazzi? E se avessimo aspettative sul “noi” di nuovo soli e queste non coincidessero con la realtà?

A chi è agli inizi di questa avventura suggeriamo di concedersi, di tanto in tanto, spazi per guardarsi negli occhi ed in silenzio. Con i bambini e con i ritmi del lavoro è complicato, sicuramente, ma la salute della coppia lo è di più. Se la coppia è felice i figli ne gioveranno sicuramente. Concedersi uno spazio senza prole in cui ritornare ad essere in due è anche un modo sano per concentrarsi sui cambiamenti e fare bilanci periodici. La strada della vita non si costruisce in una volta sola, necessita di rivisitazioni periodiche, di flessibilità, di pazienza e di cura. Così quando arriverà il giorno in cui la casa tornerà ad essere un pò più grande, non ci si sentirà smarriti e lo sguardo dell’altro non sarà quello di un estraneo. A chi invece si trova già a vivere questa meravigliosa quanto delicata fase del ciclo di vita la  proposta è quella di cambiare prospettiva. Alcune volte è veramente questione di punti di vista. Proviamo ad indossare gli occhi dei nostri figli, se loro sono felici come potremmo dispiacerci per loro?! Se hanno spiccato il volo, se hanno avuto il coraggio di allontanarsi e di costruire la propria vita in autonomia allora possiamo darci un pacca sulla spalla e dirci che sì, forse siamo stati bravi! Viviamo con allegria la nuova vita che ci si prospetta, la coppia non solo è nuova ma è più matura e  questo è sicuramente un vantaggio. Ri-concedersi spazi di svago e divertimento riconsiderando passioni un po’ accantonate perché troppo presi dagli impegni con la prole è un buon punto di partenza. Riconsiderare quanto avvenuto nell’ottica della fiducia, con la consapevolezza di aver fatto, in ogni momento, il meglio che si poteva con gli strumenti che avevamo a disposizione. Vivere di rimpianti è inutile nonché deleterio. L’unico momento che conta è il presente che  è sempre degno d’essere vissuto!

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