La frenetica vita quotidiana costringe sempre più i genitori a delegare la cura dei figli ad altri familiari o a strutture educative preposte allo scopo, spesso con enormi sensi di colpa per il poco tempo che si può dedicare ad essi. Cari genitori, non smetteremo mai di dirlo, si può provare a compensare la scarsa quantità con un tempo che sia qualitativamente significativo per bambini e genitori. A tale riguardo, è irrinunciabile dedicare un pezzetto di tempo insieme alla lettura di una fiaba o di una storia, magari nel momento che antecede l’addormentamento, fermo restando che ogni occasione può essere quella giusta se ci si sintonizza sui bisogni del bambino. Irrinunciabile per tutta una serie di benefici che questa pratica apporta al bambino ed alla relazione con i genitori. Proviamo ad elencarli. Dal punto di vista cognitivo, la lettura condivisa costituisce un potente strumento attraverso cui i bambini possono imparare a leggere con più facilità, apprendendo nuovi vocaboli e memorizzandone la pronuncia. Se tale lettura avviene in uno scenario fatto di vicinanza fisica e di coccole, è utile a favorire la costruzione di un rapporto più intimo con il genitore, in cui il bambino può sentirsi contenuto e accolto. Anche per i più piccini, la voce calda di mamma e papà che raccontano una storia a mo di ninna nanna è rassicurante e facilita il passaggio dalla veglia al sonno. Dal punto di vista emotivo, le fiabe danno la possibilità ai bambini di immedesimarsi in altri personaggi, sentirsi meno soli nella misura in cui c’è qualcun altro che prova determinate emozioni, consentono inoltre di apprendere diversi modi di affrontare alcune situazioni. In questo senso costituiscono la via attraverso la quale il bambino può sviluppare nuove competenze relazionali e prendere consapevolezza del proprio mondo emotivo. In questo vengono in aiuto le tante favolette, anche per i più piccini, che sono state costruite e scritte intorno a temi cruciali nello sviluppo del bambino e che possono considerarsi un primo strumento a cui il genitore può fare ricorso quando sente che il figlio va sostenuto nell’affrontare un delicato passaggio di vita. La lettura di fiabe tiene accesa l’immaginazione, risorsa molto importante nei grandi oltre che nei piccini, per affrontare i drammi e le difficoltà che la vita ci riserva, consentendoci di immaginarci oltre quello spaccato di realtà in cui siamo immersi e che genera sofferenza. Da un’indagine della Oxford University Press, effettuata su un campione di mille genitori con figli di età compresa tra i 5 e gli 11 anni, è emerso che il 44% di loro smette di leggere ai bambini intorno al settimo anno di età. Un errore, perché la lettura può avere un riscontro positivo in ogni fase della vita, per il bimbo che ascolta ma anche per il genitore che lo accompagna in questo viaggio fantastico.
Dott.ssa Margherita Di Maio, psicologa ad approccio umanistico e bioenergetico. Per info 331 7669068
Dott.ssa Anna Romano, psicologa-psicoterapeuta dell’età evolutiva. Per info 349 6538043