Quella di Ciro Donnarumma è la storia di un tredicenne emigrato nel Triveneto oltre trent’anni fa. Non era accompagnato da alcun familiare. Era solo, con un bagaglio composto di pochi abiti e tanti sogni. Voleva imparare il “mestiere”. Dalla provincia di Treviso, un amico di famiglia gli propose un lavoro che lo avrebbe formato, come uomo e come pizzaiolo. Lui non esitò e partì per Conegliano veneto. Poi, la nostalgia di casa e l’amore per sua moglie, Anna Fortunato, lo hanno richiamato a Pimonte. Ma la sua vera destinazione era Piano. È qui che è nata la sua Schiacciata che, dalla settimana scorsa, è un marchio registrato.
Perché hai scelto di impiantare la tua attività a Piano?
Perché qui mi trovo bene. I clienti sono ormai diventati amici. Lavoro a Piano da tanto e sette anni fa si è presentata l’occasione di aprire un “Angolo” mio, a Madonna di Roselle. Il mio socio, Saverio Sicignano, non ha esitato un attimo e ora stiamo raccogliendo i frutti di questo lavoro.
Come sono i carottesi?
Persone deliziose, capaci di capire chi si comporta bene e di ricambiare con grande generosità. Credo che nella vita, quanto dai, tanto ricevi. Qui sto benissimo, mi piacciono le atmosfere, le persone, i luoghi. Ho tanti aneddoti e tante storie che mi legano a questo territorio e che me lo fanno amare. Un anziano signore che si affacciava per controllare che ci fossi io al forno: quando non c’ero, andava via. Quest’uomo era il professor Califano, padre del mio caro amico Vincenzo che, apprezzando molto il mio prodotto, mi ha spinto a registrare la Schiacciata. Erano un po’ tutti scettici, ma la sua idea si è rivelata vincente.
Di cosa si tratta?
È un prodotto diverso dalla pizza perché si presenta più sottile (l’aspetto è simile a quello della pizza napoletana), ma si contraddistingue soprattutto per la leggerezza e la morbidezza dell’impasto, possibili grazie ad un accurato processo di lunga lievitazione. Il maggior pregio, insieme al gusto, è l’alta digeribilità.
Ha progetti per il futuro?
Sicuramente la registrazione del marchio apre nuovi spiragli. Mi piacerebbe tanto che la Schiacciata potesse diventare un franchising. Al momento l’attività, anche in seguito al trasferimento nel locale presso la stazione, sta crescendo. Ovviamente, ci vogliono investimenti importanti per poter aprire altre attività. Staremo a vedere, io sono ottimista. Riesco a guardare avanti con positività perché ho due occhi speciali: le mie figlie, Sara e Giada.