venerdì, Aprile 19, 2024
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Rossella Russo chiarisce le ragione della sua uscita durante l’ultima seduta del Consiglio comunale (Il Foto-racconto)

Pubblicato il

Marcello Coppola Consulting

L’uscita di Rossella Russo dall’aula

Per raccontare l’ultima seduta del Consiglio comunale di Piano di Sorrento bisogna partire da lì. Da quando Rossella Russo si alza e se ne va. Il super-assessore, la più votata alle ultime elezioni amministrative, lascia l’aula proprio mentre inizia la votazione sul bilancio di previsione.

Sono trascorse oltre 5 ore dall’inizio della seduta. Il cronometro dello streaming segna per l’esattezza 5 ore 7 minuti e 16 secondi. La qualità video non è delle migliori. La Russo è sulla sinistra, accanto al collega di Giunta Costantino Russo. Un posto inusuale per lei. Mai aveva preso posto lì prima di quella sera. Uno scranno che per il passato apparteneva all’opposizione. A quando l’opposizione era barricadera. Lì nel recente passato avevano seduto Anna Iaccarino, Gianni Iaccarino e, prima di loro l’ingegner Antonio Elefante.

Una vita fa.

Nel frame la Russo è indicata con una freccia.

La corsa è repentina. Non guarda nessuno, né si ferma a parlare con nessuno. E’ sempre la freccia ad indicare la sua mise tendente al verde marcio. In una manciata di secondi, otto per l’esattezza, guadagna praticamente l’uscita.

Il momento della votazione del bilancio

Passano pochi attimi ed il Presidente del Consiglio comunale Mario Russo prende atto che non ci sono altri interventi. Si può passare alla votazione. Questa volta la freccetta indica proprio Mario Russo.

Inizia la chiama: “Iaccarino Vincenzo”.

Il Sindaco non risponde.

Mani sul volto.

E’ assorto.

Pensa ad altro.

Mario Russo lo richiama. Iaccarino continua a non rispondere.

Al terzo tentativo arriva l’atteso: “Sì”. Il Sindaco è favorevole al suo bilancio. A quel documento finanziario che pochi minuti prima aveva letto all’assise.

Meno male.

Russo va avanti nell’appello nominale: “Rossella Russo”.

Questa volta non risponde davvero nessuno. Alcuni dei Consiglieri di maggioranza si guardano intorno. Il più sorpreso è Marco D’Esposito. Il Consigliere più vicino alla Russo. Almeno sulla carta. Viaggiava in combinata con lei alle consultazioni del maggio scorso.

Marco la cerca con lo sguardo, poi però prende atto dell’evidenza.

Rossella non c’è. E’ andata via. E’ stupido cercarla qui”, sembra Nek riveduto e corretto.

Mario Russo prosegue nell’appello. Alla fine i voti a favore saranno dieci. Oltre a quello della Russo mancherà anche il sì di Maria Laura Gargiulo. Quest’ultima, però, aveva mollato gli ormeggi molto prima. Si era fatto davvero troppo tardi. Quattro invece i voti contrari. Quelli della minoranza.

Pasquale D’Aniello va a controllare

A quel punto si alza anche Pasquale D’Aniello. Il vice-Sindaco vuole vederci chiaro. Ad indicarlo è la solita freccia rossa. E’ trascorso poco più di un minuto dalla “fuga” di Rossella Russo.

Pasquale si avvicina all’uscita. Guarda fuori. Poi ritorna al suo posto. C’è da approvare anche la immediata esecutività del provvedimento. Stessa votazione.

Si può passare al successivo argomento. Prende la parola l’Assessore Carmela Cilento. Chiede l’inversione dell’ordine del giorno.

Il ritorno di Rossella Russo

I secondi scorrono.

A meno di due minuti dalla sua uscita dall’aula, riappare Rossella Russo. Riappare la sua mise color verde marcio. E’ ancora la freccia ad indicarla. Si ferma brevemente davanti al dottor Limauro, poi corre sempre come un intercity fino a guadagnare la sua postazione. Unica sosta, ma brevissima dalla parti del Consigliere Marco d’Esposito. Si siede. Il collega di Giunta Costantino Russo le chiede qualcosa, lei risponde.

Finisce lì.

Missione compiuta.

Dai banchi della minoranza nessuno obietta. Nessuno chiede spiegazioni. Forse nemmeno se ne accorgono, ma loro sono fatti così.

Starebbero ore a discorrere su una mozione di impegno all’Amministrazione a prendere posizione contro la mattanza delle trichoptere cambogiane e poi su queste cose ci passano su.

Sono metapolitici.

Se ne accorge la nostra testata che lancia subito on line un’ultim’ora: “Rossella Russo se ne esce sul bilancio”.

E’ mezzanotte in punto. La notizia inizia subito a macinare visite.

Lo sfogo su facebook

Rossella Russo non ci sta. Riesce a stento a terminare la seduta di Consiglio che corre su Facebook e sbotta. L’orologio segna l’1 e 34 minuti.

CHI MI CONOSCE, ANCHE POCO, SA CHE NON HO BISOGNO DI CHIUDERMI IN UNA TOILETTE PER FUGGIRE DALLE MIE REPONSABILITA’ O ESPRIMERE IL MIO DISAPPUNTO SU QUALCOSA. HO LA PESSIMA ABITUDINE DI ESPRIMERE SEMPRE IN MODO CHIARO ED INEQUIVOCABILE, ANCHE SE NON SEMPRE URBANO, LE MIE OPINIONI, NELLA MIA VITA PRIVATA, LAVORATIVA E, SOPRATTUTTO, NEL MIO IMPEGNO POLITICO. AUSPICANDO DI NON DOVER ALTRO AGGIUNGERE!

Scrive in maiuscolo l’assessore, quasi a voler fa capire che è arrabbiatissima. Soprattutto però scrive. Proviamo in tutti i modi a scorrere la sua bacheca per trovare altre esternazioni. Torniamo indietro di mesi, ma niente. Si blocca persino la memoria RAM del portatile. Meglio lasciar perdere. Erano mesi che non scriveva e forse nemmeno aveva mai scritto a quell’ora di notte.

Attacca, neppure tanto indirettamente la nostra testata. Attacca, neppure tanto indirettamente le nostre “strumentalizzazioni”. Dietro la sua “fuga” nessuna strategia. Nessun messaggio politico.

Lascia intendere che doveva semplicemente andare alla Toilette.

Le scappava la pipì.

Insomma quando madre Natura chiama, quando le esigenze fisiologiche chiamano, Rossella Russo risponde presente.

Non c’è bilancio di previsione che tenga.

I suoi fans tirano un sospiro di sollievo. La incitano ad andare avanti con i rituali like.

La solidarietà di Marco D’Esposito

Anche al Consigliere Marco D’Esposito piace l’esternazione e va addirittura oltre. Riacquista la parola, o quanto meno lo scritto, e commenta sotto al post dell’Assessore.

“politica”…..in piccolo e con le virgolette…..

Si scambiano i ruoli. Questa volta è la Russo a cliccare il suo like.

A voler essere pignoli non è proprio tanto, però tra piuttosto e niente è sempre meglio piuttosto.

In fondo da chi partecipa alle sedute di Consiglio comunale girando la testa prima a destra e poi a sinistra, con lo stesso aplomb di uno spettatore inglese durante le partite del torneo di Wimbledon, non è che ti puoi attendere un trattato di fenomenologia della politica.

La Città ha tirato un sospiro di sollievo

Tutto è bene quel che finisce bene insomma.

Il bilancio è stato approvato. Rossella Russo ha fatto la pipì e Marco D’Esposito ha detto la sua.

La Città può guardare avanti serenamente.

Stupidi e strumentali siamo noi che pensiamo che “trattenerla” qualche secondo, per poter gridare fieramente SI’ al momento dell’approvazione del bilancio di previsione, del documento più importante di un’Amministrazione, possa essere un atto di grande responsabilità e lealtà. Soprattutto quando quel bilancio rappresenta il primo di questa Amministrazione.

Stupidi e strumentali siamo noi che pensiamo che magari, se proprio non ce la si faceva, se proprio “scappava” si poteva sempre chiedere una cortesia al vicino di banco. Chiedere un piccolo intervento “pro forma”. Per allungare il brodo. Per guadagnare quei preziosi secondi utili ad espletare le proprie esigenze fisiologiche.

Stupidi e strumentali siamo noi che pensiamo che il Capogruppo Marilena Alberino (già perché nella brigata che sostiene Vincenzo Iaccarino esiste pure un capogruppo) avrebbe potuto e dovuto guardarsi intorno. Avrebbe potuto e dovuto chiedere ai suoi di prender tempo e consentire a Rossella Russo di rientrare.

Stupidi e silenziosi siamo sempre noi che non capiamo né la Politica senza virgolette e con la maiuscola del Consigliere Marco D’Esposito, né quella chiara ed inequivocabile dell’Assessore Rossella Russo.

Aggiate pacienza!

Certo ci sarebbe da dire che il Consiglio comunale non si è racchiuso solo nella corsa alla toilette della Russo. Si è parlato anche d’altro. Sono emersi diversi spunti. Molti di essi verranno anche approfonditi nei prossimi giorni.

Il grosso però a nostro avviso era lì.

In quel bisogno.

In quel: “Mi scappa la pipì Pasqua’”.

j.p.

 

 

 

 

 

 

 

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