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Le regole del tè e dell’amore

Pubblicato il

Marcello Coppola Consulting

Oggi cercheremo di fare chiarezza e aiutare la letteratura “rosa” a recuperare la dignità che merita. Da sempre questo genere è vittima di stereotipi, pregiudizi, censure. Un vero “mobbing letterario” nei confronti di un settore che, invece, annovera tra le sue file autrici (e qualche autore, ben celato!) di indubbio talento. La struttura narrativa, per moltissimo tempo “congelata”, ci ha presentato una serie di stereotipi femminili e sentimentali, che sicuramente sono stati rappresentativi di un’epoca e di una cultura, ma che col passare dei decenni, a dispetto delle battaglie e delle conquiste, non si è evoluta completamente. La letteratura rosa, quindi, pare essere narrativamente ferma a un’idea di donna e di amore che non corrisponde più ai modelli attuali. Eppure… eppure, qualcosa sta cambiando, perché questo genere ha cominciato a intrecciare sulla sua strada altri ambiti di interesse, come la psicoterapia, il coaching, la formazione personale e affettiva. Ancora una volta, come sempre dovrebbe accadere, chi scrive “in rosa” ha cominciato a rendersi conto che anche tra le pagine doveva finalmente arrivare una nuova consapevolezza dell’essere donna, e dei sentimenti che appartengono all’universo femminile, connotandolo in maniera specifica! E così, si è cominciato a capire che la letteratura rosa fa bene alle emozioni, all’affettività, concorre allo sviluppo della sfera emotiva e relazionale. Non solo: il genere rosa aiuta la costruzione e l’affermazione dell’autostima nelle donne. Non ci troviamo più di fronte a principesse (magari anche un po’ scialbe) che aspettano il principe azzurro e il cavallo bianco; non si raccontano più storie che hanno come protagoniste ragazze sfortunate e abbandonate dalla buona sorte, in attesa che qualcosa (o qualcuno) di esterno a loro giunga a cambiare il destino… I romanzi rosa attuali sono una palestra per le emozioni, raccontano di affermazione personale e di diritto alla felicità! Se a dirlo, poi, è una femminista come Roberta Marasco, c’è da crederle. Roberta scrive “in rosa” per protesta, e per sostenere le donne in un percorso che è sentimentale e introspettivo insieme. Non dipinge donne ingenue, sospiranti e anche un po’ stupide: le protagoniste dei suoi libri sono grintose, non hanno vergogna dei loro sentimenti, e non hanno paura di tenere testa a chi – magari – le vorrebbe sottomesse! Roberta rivede i modelli dell’amore romantico e della donna inadeguata, ribaltando completamente la prospettiva. Con il suo libro “A ogni persona un tè”, ci invita a compiere un viaggio dentro noi stesse, alla scoperta di un sé tutto da affermare e da donare. La protagonista, Elisa, ama il tè e ne associa un particolare tipo ad ogni persona (donna ma anche uomo). È, anche, spaventata dalla felicità e abituata a non lasciarsi andare mai. La sua storia rappresenta un vero percorso di iniziazione: “per essere felici, bisogna anche accettare una felicità imperfetta!” afferma Roberta Marasco. Per cominciare, a ciascuna il suo tè…

Rosa Gargiulo

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