sabato, Aprile 20, 2024
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Raffaele Attardi: “Come le acque meteoriche potrebbero diventare una benedizione”

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Marcello Coppola Consulting

“La ruota del miglioramento deve essere riavviata e questa volta dobbiamo occuparci della gestione delle acque meteoriche” . È l’attacco di un lungo post di Raffaele Attardi, che passa in rassegna tutte le azioni da avviare per trasformare le acque meteoriche in risorsa. Lo riproponiamo per offrire spunti di riflessione ad una platea sempre più ampia di cittadini e amministratori pubblici. Cosa potrebbe fare la regione Campania? Quali misure dovrebbero adottare i comuni? Nel testo, alcune risposte e proposte operative.
“La gestione delle acque meteoriche è un argomento così controverso che non si può affrontare se non si condivide la seguente visione .

Nemmeno una goccia d’acqua meteorica o sorgiva deve essere persa

perciò se non siete accordo su questo risparmiatevi pure la lettura di questa lunghissima nota .

Per realizzare questa visione ci sono diversi traguardi intermedi da raggiungere , legati fra di loro da un filo logico , ma che possono essere affrontati anche separatamente .
a) Occorre garantire la protezione delle acque meteoriche e il trattamento delle acque di prima pioggia
Il primo obiettivo da raggiungere è tutelare l’acqua piovana, attuando le azioni di prevenzione necessarie ad evitare che venga contaminata scorrendo nei rivoli e lungo le strade. Per raggiungere quest’obiettivo molte Regioni Italiane hanno emesso, così come prevede la legge nazionale un regolamento che indica le misure di prevenzione da attuare. la regola adottata è che dove c’è la probabilità che l’acqua si contamini, lì è necessario predisporre misure di prevenzione. Questo significa che dove si genera l’inquinamento delle acque piovane , là bisogna realizzare degli impianti di pretrattamento : e perciò bisogna pretrattare le acque provenienti da piazzali di sosta e aree industriali . Sarebbe anche necessario dettare norme tecniche per costruire le strade, in modo da separare e trattare le acque di prima pioggia che scorrono lungo le strade , quelle cioè più pericolose e contaminate dai gas di scarico e dai residui oleosi.
Dove si genera l’inquinamento si dovrebbe prevedere dei sistemi di pretrattamento . Questi impianti non sono difficili da realizzare,sono poco costosi e si vendono già prefabbricati : sono costituiti per la maggior parte dei casi da pozzetti di sfioro , che consento di trattenere gli oli e residui solidi, lasciando sfiorare l’acqua decantata .
La Regione Campania finora non ha emesso nessuna Legge che obblighi a istallare tali presidi , e quindi li usano in pochi : la prima azione da fare è porsi come obiettivo il coinvolgimento e la sensibilizzazione della Regione affinchè sia emesso una Legge che preveda l’obbligo del pretrattamento delle acque di prima pioggia.

b) Occorre effettuare la separazione delle acque bianche dalle nere .
Il secondo obiettivo è separare le acque bianche dalle nere , perchè come è ovvio, se le acque bianche si mischiano con le nere , non si potranno né recupere le acque bianche perché troppo inquinate , né trattare le acque nere , perché le portate dei flussi nei giorni di pioggia, eccedono la capacità dei sistemi fognari e questo , prima ancora di arrivare agli impianti di depurazione, determina la fuoriuscita dagli overflow di acque bianche miste alle nere .
In penisola sorrentina queste miste e contaminate da liquami finiscono a mare; in molte parti del sarnese vesuviano si generano situazione ancora più gravi .In taluni casi le acque meteoriche invece di finire nel Sarno, a causa di gravissime carenze nei sistemi fognari, sia bianchi che neri , finiscono tutte insieme e per vie spesso misteriose in invasi naturali , da cui percolano nelle falde acquifere; e quando le portate sono eccedenti, debordano e allagano e contaminano tutti i territori circostanti.

c) Occorre ricostruire il percorso delle acque bianche e garantirne il regolare deflusso in fiumi o canali
Da quanto detto in precedenza dovrebbe essere evidente a tutti , che per garantire la regimentazione delle acque meteoriche bisogna che le acque bianche arrivino da sole a mare , o nel sarnese vesuviano nel Sarno . Ma il percorso delle acque bianche non è affatto chiaro e spesso non si sa dove vanno a finire. L’esempio più evidente sono le acque bianche che scendono dal Cimitero di Sorrento che si perdono in meandri poco conosciti , per poi sbucare sotto il Belvedere dl Museo Correale , miste alle fogne , o finiscono con l’allagare il quartiere di Marano .Situazione Analoga si verifica a Vico dove le acque che scendono da Montechiaro,, scorrono lungo le strade e invece di finire in rivoli che sfociano a mare allagano la piazzetta di Seiano . Nel sarnese vesuviano poi ci sono canali come il canale Conte Sarno che finiscono nel nulla e non arrivano da nessuna parte.
Ogni cosa deve avere un inizio e una fine perciò non basta che ci siano canali o fogne bianche per raccogliere l’acqua , bisogna che sia chiarito una volta dove, una volta raccolte ,vanno a finire le acque bianche . E questo è il terzo traguardo da raggiungere

d) Occorre garantire la gestione ordinaria dei corsi d’acqua.
Il quarto traguardo da raggiungere è garantire la gestione ordinaria dei rivoli, dei canali e del Sarno
Oggi è sotto gli occhi di tutti che in rivoli , canali e perfino nel fiume Sarno viene sversato di tutto : non solo liquami , ma anche calcinacci, rifiuti solidi e sfalci vegetali .A questo si aggiungono le sabbie ed il terreno che vengono naturalmente dilavate trasportate dalle acque , che una volta erano una risorsa e adesso invece rappresentano un grave problema a causa dell’inquinamento .E continuamente , ma specialmente quanto piove tutti quest0 materiali vengono trasportati a mare : sono ben note le scie prodotte dal Sarno .
Ma questo continuo deposito di materiale sta portando all’ostruzione dei corsi d’acqua e conseguentemente ad aumentare il rischio di allagamenti , e alla formazione di onde di piena, dovute al fatto che se si generano ostruzioni dovute all’accumulo di rifiuti , si accumulano grandi quantità di acqua a monte , che poi quando il tappo salta , generano un onda che spazza via tutto. Sono fenomeni che si generano frequentemente sia in prossimità dei ponti del Sarno che nei rivoli in penisola sorrentina .
E c’è un solo modo per mitigare questo rischio , prevenire gli sversamenti abusivi , garantire la manutenzione delle opere idrauliche necessarie ad evitare le frane, pulire periodicamente i corsi d’acqua e dragare i fondali .Agire cioè con la cura del buon padre di famiglia .

e) Occorre decantare le acque
Fatto tutto questo se si vogliono evitare le colate di fango a mare bisogna decantare le acque : il fango e i detriti che formano le macchie color cioccolata dopo le piogge sono infatti un fenomeno naturale. Sono questi depositi che hanno dato origine alle spiagge sorrentine e non solo. Ora noi ci possiamo più permettere che arrivino a mare , perché abbiamo completamente antropizzati il litorale . e quindi quella che era una risorsa è diventata, per colpa nostra una maledizione e tutti urlano allo scandalo quando si vedono le macchie marrone a mare.
Perciò dobbiamo cancellare la macchia e c’è un solo modo per farlo : decantare le acque.
Nonostante tutto siamo una terra benedetta e possiamo farlo con una certa faciltà .
Sorrento davrà fra poco dismettere l’impianto di depurazione di Marina Grande e quindi avrà disponibile la struttura dove potrà decantare le acque .E così facendo avrà anche risorsa inesauribile di acqua , da utilizzare per l’agricoltura , il lavaggio stradale , l’innaffiamento , come riserva di emergenza antincendio e ogni altro uso non alimentare .
E può realizzare con poca spesa vasche di decantanzazione e recupero sotto Piazza Tasso e sotto i Belvelvedere del Museo Correale . Cose analoghe si possono fare a Sant’Agnello , Piano e Meta .
E accendendo la fantasia , nulla vieta di immaginare che si possa creare una laguna a Rovigliano , così come esteva in passato , per rallentare e dcantare le acque del Sarno .
A Stoccolma nel porto è stata realizzata una statua che rappresenta un Angelo da cui zampilla un getto d’acqua verso il mare : noi potremmo scolpirlo sotto il Belvedere del Museo Correale , nello stesso punto da cui sgorga le acque bianche miste a quelle fognarie , facendo sgorgare da lì un’acqua pulita , dimostrare non solo di essere riusciti a realizzare la nostra visione , ma anche dimostrare come Comunità , la nostra capacità di governare i processi ed i cambiamenti.

f) Tutti dobbiamo essere uniti in questo progetto
Le responsabilità nella gestione di questo progetto così compless sono condivise e richiedono l’intervento della Regione ,l’unico Ente in grado di pianificare un intervento di questa portata, del Genio Civile responsabile della gestione dei corsi d’acqua e delle sponde , del Consorzio di Bonifica del Sarno , che gestisce l’estesa rete dei canali d’irrigazione , e dei Sindaci , che devono garantire la pulizia e la sorveglianza del territorio .
Noi faremo la nostra parte : insieme alla Rete a Difesa del Sarno e dopo la manifestazione del 29 ottobre riavvieremo la ‘ ruota del miglioramento , chiedendo nuovamente una convocazione della Commissione Ambiente della Regione per trattare questo argomento.

Nel frattempo l’ignoranza è il primo nemico da combattere :diffondete questo post , dobbiamo informare , coinvolgere e sensibilizzare i Cittadini Tutti devono sapere che la gestione delle acque meteoriche è una cosa diversa ,ma interconnessa alla gestione delle reti fognarie.

Le Acque piovane sono una benedizione, non un rifiuto”.

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