martedì, Aprile 23, 2024
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Con “Migrations” il debutto dei Mojis

Pubblicato il

Marcello Coppola Consulting
Si intitola Migrations il debutto dei Mojis ma nel titolo così come nelle canzoni non ci sono riferimenti all’attualità odierna dei media, fatta di confini Brexit e movimenti migratori più o meno volontari verso l’Europa. Le migrazioni a cui allude la band anglo-campana sono invece quelle che hanno caratterizzato la vita artistica del cantante, dagli inizi metal ai tempi dell’università in Galles, passando per il folk-jazz del progetto omonimo (Marco Spiezia, con l’album Life in Flip-Flops) sviluppato tra la Cornovaglia e l’Italia, fino a giungere all’odierno guitar oriented rock. Dedicato a E.F. Schumacher (importante economista e scrittore di Small Is Beautiful a cui si inspira una delle canzoni), Migrations racchiude in sé tematiche di diverse tipologie senza snaturare il rock di cui è figlio.

Tuttavia, definire la musica dei Mojis attraverso una sola categoria può rivelarsi impresa ardua. Ogni componente ha le sue personali influenze artistiche e tutto ciò è stato fatto confluire nelle loro canzoni. Si passa dalla batteria in stile rock e funk classica di Ivan Esposito, ispirata da gruppi come i Red Hot Chilli Peppers o i Negrita (Find the People), al basso di Stefano Romano, che colora le composizioni con la leggerezza di giri inusuali per il rock (Lady Death) ispirati a gruppi che spaziano tra Fat Larry’s Band, Jamiroquai, Muse e George Benson. E se la chitarra di Marco Spiezia ammicca a suoni che vanno dai Fu Manchu a Berri Txarrak passando per i Biffy Clyro (Dog’s Teeth), quella di Francesco Romano è dichiaratamente più incline verso il blues-jazz di Kurt Cobain, Jimi Hendrix o John Mayer (Broken Chord). “La Musica deve rappresentare ciò che siamo. Migrations rappresenta tutti noi e ciò che ci piace ascoltare”, affermano i ragazzi.

Registrato negli studi de I Make Recording (Nocera Inferiore, SA), Migrations si compone di 9 canzoni per un totale di circa 37 minuti. Il suono non cerca di stare al passo con i trend del momento né si costringe nei limiti angusti di uno stile ben delineato. Qualcuno potrebbe definirlo dispersivo o poco a fuoco. Migrations invece rappresenta una prova eclettica e coraggiosa che ben sintetizza l’idea che i Mojis hanno del fare musica.

La band. Nati a Sorrento (NA) nel 2013, Mojis è il nome del progetto di cui fanno parte Marco Spiezia (voce, chitarra), Ivan Esposito (batteria), Francesco Romano (chitarra) e Stefano Romano (basso). Dopo anni passati in giro per i locali della Penisola Sorrentina, la band si chiude per quasi tutto il 2016 nello studio I Make Recording di Nocera Inferiore (SA) per registrare il loro debutto, Migrations

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