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Gusto. Apre il “bistrot sociale” Lievito Madre Iommella

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Marcello Coppola Consulting
La pizza in teglia sbarca in penisola sorrentina. Fa infatti parte dell’offerta del bistrot Lievito Madre Iommella, che ha aperto i battenti nel centro di Sorrento, in corso Italia 259.
Il nuovo locale, nato da un progetto della cooperativa sociale Prisma, offre al pubblico un menu fatto di materie prime di qualità ed all’insegna del benessere.
Tutti i prodotti da forno provengono dall’omonimo panificio, attivo dal 2015 nella vicina Sant’Agnello. Si parte la mattina, con una colazione a base di croissaint, torte, madeleine, tartellette e altre specialità, da gustare con una delle miscele di caffè proposte.
A pranzo e a cena, tranci di pizza farcite con pomodoro San Marzano, salumi e formaggi a marchio Dop e Igp di ogni regione d’Italia, acciughe di Cetara, ma anche vegetariane, con ortaggi di stagione.
Per chi volesse accompagnare un tagliere di specialità con del pane, non c’è che l’imbarazzo della scelta tra i tanti realizzati dal panificio: ai 5 semi, cafone, con farina tipo 1, con segale, grano saraceno o guarnito con noci, olive, pomodori.
Varia anche la cantina, con vini e birre artigianali. Il sommelier Luciano Esposito guiderà l’ospite tra una scelta di etichette non solo campane, dai rossi ai bianchi alle bollicine, e di birre italiane, tedesche, belghe. Interessante anche l’offerta di bibite tradizionali, dalla Molecola al chinotto, dalla gazzosa alla spuma.
“Per la pizza in teglia utilizziamo farine di tipo 1 o integrali, macinate a pietra e provenienti solo da grani italiani – spiega Michele De Angelis, presidente della cooperativa Prisma ed ideatore del progetto Lievito Madre Iommella – Il nostro imperativo è quello di educare il pubblico ad una scelta di prodotti, buoni sia al palato che per la propria salute. In questi due anni abbiamo vinto la sfida di proporre lievitati sani ed altamente digeribili. Oggi trovi il nostro pane sulle tavole dei ristoranti stellati, così come su quelle del consumatore occasionale o nei refettori degli istituti scolastici dove gestiamo il servizio mensa. Ed è per noi una grande soddisfazione. Anche perché in questo modo garantiamo l’inserimento lavorativo di giovani e di soggetti deboli. In questo senso potremmo definire questa iniziativa un “bistrot sociale”: da una lato genera occupazione, con l’inserimento a regime di dieci persone, di cui tre portatrici di handicap, dall’altra favorisce quella convivialità che si ritrova nell’esperienza gastronomica”.

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