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Francesca Esposito: “Gennaro Cinque, cemento e privatizzazioni”

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Marcello Coppola Consulting

“Le cose si cambiano da dentro”. Ne è convinta Francesca Esposito, tesserata Partito Democratico. Giovanissima mamma di quattro bambini, ha una passione per la politica che le ribolle nel sangue e a cui non è riuscita a sottrarsi. Così, dopo una lunga riflessione condivisa in famiglia, ha deciso di metterci la faccia. Come tanti anni fa, prima di lei, aveva fatto sua madre, Marinella Esposito.

Perché lasciare quattro figli a casa per “fare politica”?

Per loro, per assicurare ai miei e a tutti i bambini di Vico un presente migliore. La mia primogenita, Simona, ha la sindrome di Williams, una rara malattia genetica caratterizzata da disturbi dello sviluppo, con cardiopatia e ritardo psicomotorio. Il sostegno alle famiglie nella nostra città manca, così come sono inesistenti le politiche sociali. Permangono le barriere, che non sono solo architettoniche – basta guardare i marciapiedi -, ma anche mentali. È a mia figlia, ai bambini che non hanno proposte ludiche o formative, alle persone con disabilità, a coloro che sono o si sentono diversi, che io voglio dare voce. Ecco, io voglio essere una di quelli che spingono alla rivoluzione culturale e sociale di cui Vico ha bisogno.

Le rivoluzioni hanno nemici. Qual è il nemico che si dovrebbe abbattere?

Il “gennaresimo”. Veniamo da un decennio caratterizzato da lavori fini ai lavori stessi. Strade sempre interessate da cantieri. Deturpazione delle spiagge con opere sicuramente autorizzate, ma troppo impattanti e non sostenibili. Non sono state progettate infrastrutture. Il Paese non cresce solo con le feste di piazza che, seppur lodevoli, non lasciano nulla ai vicani. Il turismo cresce con il potenziamento dei servizi, con la realizzazione di stabilimenti balneari che non si caratterizzino per loculi di cemento, ma per complessi armonici costruiti con materiali ecosostenibili.

Quindi Gennaro Cinque è stato il peggior amministratore di sempre?

Assolutamente no. È stato quello che ha diviso le acque bianche dalle nere. È stato quello che in dieci anni ha portato la copertura fognaria del territorio dal 70 al 90%. Ciò che proprio non condivido è il metodo. Spacciare i diritti per concessioni personali e ragionare in modo poco lungimirante. Gennaro Cinque si è sicuramente distinto per l’impegno sui lavori pubblici. Approfittando dell’appalto sulla metanizzazione, volto dal centro sinistra negli anni ‘90 ed osteggiato dalla destra vicana, ed avendo a disposizione grandi risorse finanziarie derivanti dal risarcimento ambientale per il condono, ha dato sicuramente un forte impulso ai lavori pubblici, anche se in un clima di confusione ed approssimazione che ha creato tanti disagi alla Città, evitabili con un minimo di organizzazione e programmazione.

Un’assoluzione, dunque, per il suo operato da sindaco?

Il mio giudizio resta severissimo. È stato il sindaco che ha privatizzato il servizio di raccolta rifiuti con gravi ricadute sui costi a carico dei cittadini, quello che si è fatto promotore di un appalto della pubblica illuminazione di durata trentennale. Una cosa inspiegabile ed inaudita. Il Sindaco della privatizzazione e della cementificazione delle coste. Quello che ha fatto perdere fondi regionali sui servizi sociali per non aver aderito al piano sociale di zona. Che ha tolto l’autonomia ai dirigenti comunali..

Il Partito democratico vicano sarebbe in grado di proporre un’alternativa?

Dopo la Caporetto della scorsa estate e il commissariamento del circolo di Vico, credo che la rotta sia stata invertita. Abbiamo 133 iscritti e alle primarie hanno votato in 284, tra tesserati ed elettori. Siamo in una fase di fermento, di dialogo e di confronto.

Dopo l’espulsione e la successiva riammissione di sette iscritti considerati vicini all’amministrazione Buonocore, come si ricompone la frattura del sostegno da una parte alla maggioranza e dall’altra all’opposizione in consiglio comunale?

È oggettivamente un problema. Io credo che però raggiungere un’intesa su un progetto comune possa essere utile a delineare gli obiettivi, non contro qualcuno, ma per il bene della Città.

Nessuno scontro in assemblea?

Al momento sarebbe impossibile, visto che la componente a cui prima facevamo riferimento non partecipa alle riunioni. Anche sabato scorso quella parte degli iscritti ha latitato. Ma forse è stata colpa nostra. Abbiamo fissato l’appuntamento alle 15.30, senza pensare che la pennica, soprattutto nel week end, è irrinunciabile.

Quali sono i riferimenti regionali del Pd a Vico?

Al momento ascoltiamo tutti. Ciascuno ha un’esperienza a cui noi possiamo attingere. Ma non vogliamo che alcuno metta la bandierina sul circolo vicano. Dobbiamo trovare prima una nostra identità.

State lavorando al congresso cittadino?

Ovviamente sì. È fissato entro la prima metà di giugno.

E c’è già un ventaglio di nomi per il segretario?

Sì, ma al momento è prematuro parlarne. Però posso dirti che un giorno, non ora, punterò ad esserlo. Lo so di essere ambiziosa, ma credo che l’ambizione sia la molla per ottenere un risultato. Chi si arruola per essere solo un soldato semplice, forse non ci crede abbastanza.

 

Nancy De Maio

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