Trascorrere un week end rilassato e vivere giorni di bellezza e d’amore in un luogo dove la tradizione di ospitalità è quasi un elemento strutturale del viaggio. Questo il desiderio di una giovane coppia giunta a Sorrento qualche settimana fa. Ma l’idillio per i due, un lui e un lui, è durato troppo poco. A tarparlo, il pregiudizio omofobo di una struttura ricettiva che ha letteralmente messo alle porte i giovani per un’effusione non gradita agli ospiti dell’albergo. Pietra dello scandalo, un bacio. Certo, siamo lontani dalla bagarre – assurdamente divenuta “istituzionale” – per le scene di sesso omosessuale nella fiction Rai de “I bastardi di Piazzofalcone”, ma forse questo episodio meriterebbe una pubblica riflessione. Dopo la morale comune, anche il circuito economico rifiuta l’amore gay. È lecito, al lettore, interrogarsi sul motivo per cui l’episodio non sia stato denunciato. Uno dei due non ha fatto coming out in famiglia. E così, al dolore di non poter vivere la propria sessualità in modo naturale nell’ambiente familiare, si aggiunge il rifiuto di una comunità che, per definizione, dovrebbe essere aperta agli scambi interpersonali, turistici e commerciali.
“Molti ragazzi della Penisola sorrentina, che fanno riferimento al circolo Arci napoletano, hanno difficoltà a dichiarare la propria omosessualità nel loro contesto d’appartenenza – dice il presidente dell’Arcigay di Napoli -. Sono basito e amareggiato per questa vicenda che ritenevo impensabile in una Città che ha ospitato omosessuali di alto profilo, come Oscar Wilde”.
Sorrento non ha mai dimostrato chiusura rispetto alla comunità Lgbt. Non a caso, nell’agosto del 2007, fu organizzato un gay pride, a cui partecipò anche Alessandro Cecchi Paone. Nell’ambito della manifestazione fu lanciato anche il kiss – in piazza Sant’Antonino. Il tutto a riprova di una vocazione all’ospitalità che va oltre il sesso e la razza. Ma qualcosa nel meccanismo probabilmente è saltato.
Sembra che il termine “accoglienza” abbia più un alone vintage, che una declinazione pratica.
Nancy De Maio